Domenica 26 maggio si vota per rinnovare il Parlamento Europeo. Il sistema elettorale proporzionale prevede che ogni lista faccia campagna elettorale per suo conto. Nicola Procaccini chiede i voti per il partito di Giorgia Meloni, Matteo Adinolfi è nella compagine leghista e Salvatore De Meo corre con Forza Italia.
Se il centrodestra appare frastagliato, complice anche la legge elettorale, nel centrosinistra le divisioni non sono da meno.
Damiano Coletta ed Lbc sembravano essere assai vicini al Segretario dem Zingaretti ed in particolare a Massimiliano Smeriglio, candidato del Pd. Ricordiamo bene l’intervento di Coletta alle Ex Dogane di San Lorenzo, la “Piazza Grande” dove Zingaretti lanciò la sua corsa per la segreteria. Fu un discorso appassionato quanto retorico, quello del Sindaco di Latina, ma seguito da una pioggia di applausi.
L’alleanza con un Pd libero dal giogo renziano sembrava cosa fatta. Ed invece Italia in Comune, il microscopico ed improbabile “partito” del Sindaco di Parma Pizzarotti, di cui il nostro primo cittadino è vicepresidente, s’è alleato con Più Europa di Emma Bonino. Alternativi al Pd, dunque.
Quanti consiglieri comunali ed assessori seguiranno Coletta in una avventura politica di pura testimonianza, visto che il Sindaco ha rifiutato di candidarsi? Non è un mistero che fra i banchi della maggioranza tiri una brutta aria, non da oggi, per la verità. Antoci, Tassi, Di Trento sono da considerarsi autonomi, per usare un eufemismo. Altri ancora, come Valeria Campagna, Emilio Ranieri, Proietti e la mitica Ciccarelli sono dati vicinissimi al Pd, in quota Smeriglio. Oltre, naturalmente, all’ambasciatore di Via Cristoforo Colombo a Latina alias Silvio Di Francia.
Il tradizionale frazionismo della sinistra, qui a Latina, incontra la totale inconsapevolezza delle più elementari regole della Politica.
Il 27 maggio, ad urne chiuse, vedremo quanto vale elettoralmente il Sindaco Damiano Coletta, Vicepresidente del partito Italia in Comune.
Ma non era civico?
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