Neonato morto a bordo della nave da crociera Silver Wishper, la mamma filippina è stata scarcerata

Lo ha deciso il Gip in seguito all'autopsia sul corpo del bambino

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GROSSETO – La cameriera filippina di 28 anni accusata dell’omicidio del suo bambino neonato a bordo della nave da crociera Silver Wishper nelle acque del canale dell’Argentario, è stata scarcerata ieri dopo i risultati dell’autopsia sul corpo del bambino di appena due giorni, Yuren. Non ci sono segni di violenza sul neonato e la morte non si è verificata a causa di fattori esterni. Il giudice e il medico legale in base alla relazione preliminare hanno quindi scarcerato la filippina dalla casa circondariale di Sollicciano a Firenze, dove era detenuta da lunedì. Decade del tutto dunque l’accusa di omicidio volontario già peraltro scartata a favore dell’abbandono di minore. Ci sono novanta giorni per stendere una relazione finale per il medico legale e per far luce sulle cause della morte del neonato. Non si escludono le scarse condizioni igieniche della cabina dove è avvenuto il parto e un’infezione. “Non volevo far morire di fame il mio bambino. L’ho accudito, lavato e gli ho dato da mangiare – ha dichiarato al giudice la cameriera filippina – Non aveva detto a nessuno di essere in stato interessante perché altrimenti sarei stata licenziata. Non credevo di essere così avanti con la gravidanza”. Quando mi sono imbarcata pensavo magari di poter partorire a Nizza”. Nella deposizione al giudice si legge ancora che la mamma avrebbe cercato una volta nato il bimbo, di affidarlo al padre, residente nelle Filippine, poiché lei da sola “non avrebbe potuto crescerlo essendo già impegnata a mantenere la sua famiglia di sei persone”. Cadute tutte le accuse anche nei confronti delle altre due cameriere che condividevano la cabina con la filippina.


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