Non per essere pessimista,più che augurare lunga vita alla Segre, sono sicuro che dalla balorda infamia di cui è stata vittima ella ne sia uscita,ancora una volta, niente affatto scalfita bensì rafforzata nell’idea principe che l’ha guidata e che ha rinsaldato i sentimenti e l’animo di tutti gli uomini viventi, quelli pensanti e democratici che combattono e si battono per il libero pensiero,la difesa dei diritti umani: contro il razzismo, l’antisemitismo,l’omofobia. Ampia,sconfinata solidarietà alla Segre. Su altro versante,mi associo alla protesta degli esercenti cinematografici che si sono rifiutati (tranne due a Roma e uno in provincia) di proiettare per un solo giorno(forse due) il film di M. Scorsese, prodotto da Netflix riservato (per la visione), prevalentemente a quella rete televisiva: la riprova della dittatura di fatto esercitata dai potenti mezzi di comunicazione oltre che un insulto al cinema. Che non è affatto una idea astratta bensì l’idea della creazione o creazione artistica. Se non è pensabile che una qualsiasi idea nobile e generatrice di progresso,libertà e solidarietà tra l’umana compagnia possa morire, non dovrebbe neppure essere consentito che,di striscio o di rovescio,così procedendo si rischi di avviarsi al tramonto dell’idea del cinema. Dunque, su due piani diversi, tutta la mia solidarietà alla Segre per la sua incomparabile “lectio magistralis”, agli esercenti cinematografici in questione per la loro protesta in difesa della “idea” – e libertà- del cinema. (gmaul)


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