ARCE – Dopo 21 anni è arrivato ieri il verdetto sull’omicidio di Serena Mollicone, anche noto alle cronache nazionali come il delitto di Arce. Il maresciallo Franco Mottola, suo figlio Marco e la moglie Anna Maria sono infatti stati assolti per “non aver commesso il fatto“. In attesa delle motivazioni della Corte d’Assise di Cassino – che verranno depositate tra 90 giorni -, ricostruendo le argomentazioni della difesa si può evincere come a mancare sarebbe la prova che consente di legare i presunti assassini alla vittima.

Non sono state trovate, infatti, tracce biologiche degli imputati sul nastro adesivo che imbavagliava la giovane e sulla porta contro la quale – secondo l’accusa – sarebbe stato sbattuto il corpo.

L’unica impronta digitale rinvenuta non è stata attribuita a nessun altro e, per tale motivo, il killer sarebbe ancora senza volto, come sottolineato dal criminologo Carmelo Lavorino, coordinatore del pool difensivo.

Assolti anche Vincenzo Quatrale, all’epoca vice maresciallo e accusato di concorso esterno in omicidio, e l’appuntato dei carabinieri Francesco Suprano, a cui era contestato il favoreggiamento.

Oggi è uscita fuori la verità, lo abbiamo sempre detto che eravamo innocentihanno dichiarato Franco e Marco Mottola poco dopo la decisione della Corte d’Assise di Cassino. In aula, dopo la sentenza, numerose le grida come “Vergogna” e “Assassini, ma anche le lacrime e gli abbracci.


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Laurea triennale in "Scienze della comunicazione e dell'informazione" presso Università degli Studi Roma TRE. Laurea Specialistica in "Media, Comunicazione digitale e Giornalismo" presso Università La Sapienza di Roma. Aspirante giornalista e addetto stampa presso vari enti locali, scrivo di cronaca, politica, società e sport.