“Oppenheimer”, il creatore della bomba atomica, disaminato efficacemente come un novello Prometeo nel film del regista Nolan

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Titolo: Oppenheimer

Genere: biografico

Durata: 3 ore

Regia: Christopher Nolan

Soggetto: Kai Bird e Martin J. Sherwin (dalla biografia: Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica. Il trionfo e la tragedia di uno scienziato – Premio Pulitzer)

Sceneggiatura: Christopher Nolan

Musiche: Ludwig  Göransson

Produzione Paese: UK, USA, 2023

Cast: Cilian Murphy, Amily Blunt, Matt Damon,Robert Downey Jr., Florence Pugh, Josh Hartnett, Caseyy Affleck, Rami Malek, Kenneth Branagh, Matthias Schweighöfer, Benny Safdie, Jason Clarke, Dylan Arnold, Tom Conti, James D’Arcy, Ddavid Dastmalchian, Dane DeHaan, Tony Goldwyn, JeffersdonHall, David, Krumholtz, Matthew Modine, Gustaf Skarsgård, Michael Angarano, Jack Quaid, Josh Peck, OliviaThirlby, Louise Lombard, Hasmson Gilbertson, Devon Bostick, Alex Wolff, Emma Dumon, James Remar, Gary Oldman, Danny Deferrari, […]

È il 1926 quando Robert Oppenheimer (Cilian Murphy) all’Università di Cambridge  studia fisica con Patrick Blackett (James D’Arcy), professore che dimostra molto rigore nei suoi confronti. Ciò induce il giovane studente a preparargli una mela avvelenata che, per fortuna, nel momento che sta per finire nella mani del fisico danese Niels Bohr (Kenneth Branagh), toglie dalla cattedra su cui l’aveva posta. Bohr, che aveva ricevuto il premio Nobel per la fisica nel 1922 (per i suoi contributi nell’indagine sulla struttura degli atomi e della radiazione che emana da essi), gli consiglia di trasferirsi in Germania per specializzarsi in fisica teorica. Qui Oppenheimer completa il suo dottorato, grazie al quale, partecipando ad una conferenza, ha l’opportunità di conoscere anche il fisico tedesco Werner Heisenberg (Matthias Schweighöfer) – premio Nobel per la fisica nel 1932, consegnatogli nel 1933, per la creazione della meccanica quantistica, la cui applicazione, tra le altre cose, ha portato alla scoperta delle forme allotropiche dell’idrogeno -, e divenuto famoso per aver teorizzato il “principio di indeterminazione”, fondamento della meccanica quantistica. La meccanica quantistica creò, a causa della sua astrattezza e della sua natura probabilistica, diversità di vedute tra i vari scienziati tant’è che è significativo lo scambio di aforismi tra Bohr e Einstein (nel film interpretato daTom Conti), passato alla storia della fisica  a causa della diversità di idee sui fondamenti fisico-filosofici del mondo: Einstein fece la sua famosa osservazione sulla meccanica quantistica con il commento “Dio non gioca a dadi con l’universo”, a cui Bohr rispose “Non dire a Dio come deve giocare”. Ricco di nuove idee, grazie a questi incontri prestigiosi, Oppenheimer ritorna negli Stati Uniti dove approfondisce la ricerca sulla meccanica quantistica, insegnando all’Università della California. Qui intraprende una relazione tormentata con Jean Tatlock  (Florence Pugh), iscritta al Partito Comunista degli Stati Uniti, e poi conosce Katherine “Kitty” Puening (Emily Blunt), biologa ed ex-comunista, con cui si sposa. Tuttavia, sia nell’uno che nell’altro caso, pur condividendo idee progressiste, Oppenheimer non aderì mai al partito comunista.

Prima che Hitler iniziasse la sua occupazione dell’Europa a partire dalla Polonia, in Germania era stato già approfondito, sotto la guida di Heisenberg, il processo di fissione nucleare in seguito ai risultati dei “Ragazzi di via Panisperna” di Roma, gruppo diretto da Enrico Fermi (Danny Deferrari nel film), che ricevuto il premio Nobel per la fisica 1938 (per l’identificazione dei nuovi elementi radioattivi prodotti dal bombardamento di neutroni e per la scoperta, in relazione a questo studio, delle reazioni nucleari causate dai neutroni lenti) emigrò negli Usa (a causa delle leggi razziali italiane in quanto aveva la moglie ebrea), entrando nel gruppo dei collaboratori di Oppenheimer.

Essendo ebreo anche lui, Oppenheimer preoccupato che i nazisti potessero completare gli studi sulla bomba atomica, nel 1942, accetta la proposta del generale Leslie Groves (Matt Damon) di dirigere il “Progetto Manhattan” per costruire la bomba atomica, in quanto se questo lavoro fosse portato a termine avrebbe garantito una pace che l’umanità non ha mai visto. Oppenheimer accetta senza esitazione anche se ci sono delle perplessità in quanto nello stesso anno Enrico Fermi, all’Università di Chicago, provoca la prima reazione nucleare a catena bombardando l’isotopo fissile Uranio235 con neutroni. Come è risaputo dalla storia, il “Progetto Manhattan” va a buon fine e con l’uso di due bombe atomiche lanciate in Giappone rispettivamente, una il 6 agosto 1945 a Hiroshima e l’altra il 9 agosto dello stesso anno a Nagasaki, si ha la fine della seconda guerra mondiale, unico evento positivo nell’ambito della stupidità umana. E come avviene sovente in questi casi, Oppenheimer che diventa l’uomo più famoso del mondo, tant’è che il giornale “Time” ne riporta la foto sulla copertina, a causa della sua pregressa vicinanza a personaggi comunisti, la sua immagine viene vilipesa dopo un colloquio con il Presidente USA Harry S. Truman (Gary Oldman), anche se Einstein, naturalizzato statunitense, assume un ruolo significativo sulle vicissitudini finali del fisico statunitense. E allora, come si evince dall’incipit del film, Oppenheimer diventa non per causa sua un novello Prometeo, il titano che rubò il fuoco agli dei e lo diede all’uomo. Per questo è stato incatenato ad una roccia e torturato per l’eternità.

Un nutrito cast di attori bravi di grande impatto (Robert Downey Jr, Emily Blunt, Kenneth Branagh, Gary Oldman, Josh Hartnett, Rami Malek, ecc.), sotto la magistrale guida del regista Cristopher Nolan, fa di questo film un grandioso evento che, in aggiunta al tema trattato, rimarrà negli annali del cinema mondiale.  Tra di loro ovviamente spicca il protagonista Cilian Murphy, che dimostra di essere un attore versatile e abile, capace di descrivere abilmente nel contempo sia la peculiare personalità dell’uomo Oppenheimer, che agisce secondo un’etica personale emotivamente consapevole, sia la capacità perspicace e organizzativa dell’uomo scienziato che sa esprimere la sua profonda razionalità. Personalità che non ha niente da spartire con quella militaresca e con quella del potere costituito. In tutto questo assumono grande efficacia la colonna musicale di Ludwig Göransson e la perfetta sceneggiatura scritta dallo stesso regista, a cui dà un dinamismo originale tale da rendere leggibile e coerente il racconto filmico anche allo spettatore profano di argomenti scientifici, racconto che nel contempo si mostra implicante e anche appassionante.

“Oppenheimer” si differenzia da tutti gli altri film del regista Nolan per i diversi generi che vi convivono perfettamente – storico, politico, scientifico, drammatico, thriller, sentimentale, biografico -, senza comprometterne il senso.

Filmografia

Following (1998), Memento (2000), Insomnia (2002), Batman Begins (2005), The Prestige (2006), Il cavaliere oscuro (2008), Inception (2010), Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012), Interstellar (2014), Dunkirk (20179, Tenet (2023).

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).