“Pinocchio” di Garrone è un film che ricalca la vita reale descritta metaforicamente e in maniera fantasmagorica e grottesca

200

Titolo: Pinocchio

Regia: Matteo Garrone

Soggetto: Carlo Collodi (pseud. di Carlo Lorenzini, dal romanzo Le avventure di Pinocchio – Storia di un burattino)

Sceneggiatura: Matteo Garrone, Massimo Ceccherini

Musiche: Dario Marianelli

Produzione Paese: Italia, Francia 2019

Cast: Roberto Benigni, Federico Ielalpi, Massimo Ceccherini, Rocco Papaleo, Marine Vacth, Gigi Proietti, Alida Baldari Calabria, Alessio Di Domenicantonio, Davide Marotta, Maria Pia Timo, Paolo Graziosi, Massimiliano Gallo, Teco Celio, Enzo Vetrano, Nino Scardina, Maurizio Lombardi, Domenico Centamore, Gigio Morra, Mauro Bucci, Sergio Forconi, Ciro Petrone, […]

Dopo il fantastico e variopinto Il racconto dei racconti – Tale of Tales (2015), Matteo Garrone ci prova ancora con il film che descrive la favola del burattino Pinocchio, conosciuta universalmente, e prodotta cinematograficamente dalla RAI nel 1972 sotto la regia di Luigi Comencini con un bravissimo Nino Manfredi nelle vesti di Geppetto dal grande successo televisivo. Garrone nel suo Pinocchio (Federico Ielalpi) si attiene scrupolosamente al romanzo di Collodi, descrivendo e costruendo oculatamente e in modo accurato e meticoloso i caratteri stravaganti dei molteplici personaggi che popolano la favola e che si relazionano con il burattino di legno. Attorno a ciascuno di essi, Garrone riesce a creare fascino e attrazione con sottile e sapiente maestria, andando oltre ogni plausibile immaginazione immaginifica. E non toglie niente alla metafora della vita attraverso questa suggestiva favola, anzi riesce a farla emergere in tutti i suoi connotati umani positivi e negativi e in tutte le sue sfaccettature illuminanti: l’ingenuità fanciullesca di Pinocchio, che non vuole essere un burattino ma un bambino come tutti gli altri libero da stereotipi e da condizionamenti, si manifesta nella sua sfrenata e incontrollabile disobbedienza e nella voglia di conoscere il mondo, che lo inducono a patire diversi dispiaceri che via via lo guidano verso una certa consapevolezza della vita e dei suoi pericoli e, quindi, lo avviano verso la maturità; la grande gioia del docile e miserabile mastro Geppetto (Roberto Benigni) che prova, in seguito all’imprevista scoperta, di avere dato anima e vita ad un burattino perché aveva pensato di fabbricarselo con le sue mani, proprio da sé, da un esanime pezzo di legno; un burattino di legno che però si mostra, sin dai primi momenti, intrattabile, impenitente e disubbidiente, e che Geppetto, diventato padre per caso, cerca di curare e di avviare alla conoscenza per amore paterno e che vuole far conoscere a tutto il vicinato: Svegliatevi, m’è nato un figlio!; la malvagità, la falsità e la furbizia di due personaggi odiosi e dannosi così come ce ne sono tanti nella vita reale, quali sono la Volpe (Massimo Ceccherini) e il Gatto (Rocco Papaleo) che, in molteplici modi, sfruttando l’immaturità di Pinocchio, lo raggirano più volte come quando lo persuadono a seminare uno zecchino perché da esso nascerà una piantina stracolma di zecchini; il pauroso e selvaggio Mangiafuoco (Gigi Proietti) che, contrariamente al suo aspetto e al suo modo di fare, ha un animo sensibile e dolce e anche generoso perché non è l’abito che fa il monaco; la bellezza e la dolcezza della Fata Turchina che da bambina (Alida Baldari Calabria) è affabile amica di giochi del burattino, mentre da adulta (Marine Vacht) mostra attrazione nei confronti di Pinocchio e agape materno, come dimostra una madre nei confronti del figlio strappandolo ad ogni pericolo; i buoni consigli disattesi e fastidiosi del grillo parlante (Davide Marotta) che, oltretutto, viene vilipeso dal burattino. E poi ci sono tutti gli altri personaggi, che arricchiscono e coloriscono il film, come la buona e affabile Lumaca (Maria Pia Timo),o l’integerrimo e crudele Maestro (Enzo Vetrano), o il Giudice Gorilla (Teco Celio) che condanna gli onesti e lascia liberi i disonesti, e così via.

Pinocchio è un film che parla della realtà trasferita nel mondo dell’immaginazione fantastica che attrae per la bellezza che ha in sé, che evidenzia il continuo confronto tra bene e male e che lascia, per la sua originalità nella descrizione filmica dei personaggi, allo spettatore un ricordo che gli permane per molto tempo.

Pinocchio è anche un film educativo non solo per i bambini ma anche per i grandi, distratti e superficiali, perché ne mette a nudo, in maniera molto semplice ma incisiva, i sentimenti elementari, quali l’amore e la furbizia e i comportamenti molto diffusi, quali la sregolatezza e l’arroganza, che dominano la vita umana, e perché, tra i molteplici insegnamenti, ne porta uno molto antico, come sosteneva Seneca nelle Epistole: nemo potest personam diu ferre fictam: ficta cito in naturam suam recidunt.

Garrone con Pinocchio, inoltre, dà l’idea di voler nascondere la testa sotto la sabbia che è pari a trovare nell’inconscio tesori che il realismo contribuisce ad occultare e, attraverso esso, descrive una realtà che, nel suo complesso, non può essere spezzettata nei suoi vari aspetti pena l’impossibilità di farne afferrare il senso.

Filmografia

Terra di mezzo (1996), Ospiti (1998), Estate romana (2000), L’imbalsamatore (2002), Primo amore (2004), Gomorra (2008), Reality (2012), Il racconto dei racconti – Tale of Tales (2015), Dogman (2018).

Francesco Giuliano


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedenteMontello, il rischio ampliamento non è scongiurato: la politica tenga alta l’attenzione e non blocchi chi vuole bene all’ambiente
Articolo successivoIn visita a Berlino, con Anima Latina, la città più simbolica del XX° secolo che ci ha fatto emozionare
Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).