Ponza di una volta, Maria Sciammerica era brava nel vendere ogni prodotto a isolani e turisti

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Maria ‘i Sciammerica – così la chiamavano i paesani a Ponza – era una donna giovane, viva, con uno spiccato senso per gli affari. Apriva i locali al margine del porto, quando era in attività sembrava il comandante di una nave, i suoi ordini erano secchi e perentori. non ammetteva repliche.
I dipendenti le erano molto affezionati, la rispettavano e la seguivano ovunque. Suo figlio era intelligente e preparato ma non gli era concesso di dissentire da Maria che non sbagliava un colpo.
La baldanzosa commerciante ponzese ritirava tutto il pescato senza curarsi troppo della freschezza, era in grado di restituire alla vita anche i defunti. “Sono freschissimi – diceva ai clienti – fate attenzione, altrimenti vi scappano”.
Le sue barche facevano la spola tra Ponza e il continente e viceversa sempre cariche: all’andata trasportavano pesce fresco, al ritorno merce di ogni tipo che Maria rivendeva al dettaglio e all’ingrosso.
Era considerata onesta e seria in ogni sua attività, non conosceva imbrogli. Maria aveva poca confidenza con le carte scritte, non conosceva la parola fattura. Io ti fornisco la merce, tu mi dai i soldi, basta così.
Pagava le tasse in maniera forfettaria ricavandone l’ammontare attraverso un suo calcolo mentale. Maria aveva scoperto certi ingranaggi che se oliati la facevano andare d’accordo con il fisco e altre incombenze. Il lubrificante più efficace era costituito da aragoste, dentici e orate.
“Ma quale carta – diceva – la carta mi serve per avvolgere le sarde”.
Tutto il lavoro veniva elaborato nella sua mente, un prototipo del computer, il piccolo ufficio era composto da una scrivania con una Olivetti e qualche registro mai usato. Lei vendeva di tutto: dall’ago al palo di ferro, dal fazzoletto alla coperta.
Maria proponeva ai clienti birre fresche a metà prezzo ma con un inconveniente: le bottiglie le metteva al fresco insieme al pesce per cui quando bevevi, oltre al gusto della birra, eri costretto a sorbire il sapore e l’odore del pesce. Valeva la pena acquistarle?


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.