Pugilato, la Gazzetta dello Sport ha ricordato l’episodio tra Bruno Arcari e il cisternese Franco Colella

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La Gazzetta dello Sport ha dedicato una pagina al grande pugile Bruno Arcari – campione del mondo ed europeo – che ha compiuto 80 anni, la sua è stata una carriera straordinaria. Il giornalista Riccardo Crivelli ha raccontato sulla “rosea” un episodio noto a tutti in Agro Pontino. Franco Colella – boxeur di Cisterna scomparso nel 2019 – ha battuto Arcari al suo primo match da professionista il 12 novembre del 1964. La fragilità delle arcate sopraccigliari ha costretto Bruno al ritiro per ferita al primo round, colpito da Colella. Le sopracciglia sono state il suo tallone d´Achille. “Un giorno – racconta il giornalista Rocky Giuliano – incontrai Colella e gli chiesi perché mai non avesse concesso la rivincita a Bruno. Semplice – mi rispose – Quanti possono dire di aver battuto Arcari? L´ho anche scritto sul mio biglietto da visita…. E ne tirò fuori uno dalla tasca”. Un classico formato bianco con scritto solamente “Franco Colella, vincitore di Arcari”. Nemmeno l’indirizzo, neanche il numero di telefono. Aveva battuto uno dei più grandi pugili di tutti i tempi. Franco ci ha lasciato a 80 anni, nella dopo avere vissuto per anni nella quiete di Collemarcaccio, popolosa frazione agricola alle porte di Cisterna. Colella ha girato nella sua carriera pugulistica tanti paesi al mondo: Germania, Svezia, Inghilterra, Svizzera, Danimarca, Austria ed Australia. Un personaggio eccentrico, passato dalla boxe al catch, poi al cavallo, sua grande passione. Lo vedevi cavalcare splendidi esemplari con in testa un cappello da cow boy e abbigliamento americano. Un suo nuovo biglietto da visita recitava così: “Franco Colella, il cow boy intervistatore, il mito della tv casareccia”, con tanto di foto a colori e numero di telefono cellulare per farsi riprendere da TeleObiettivo che mandava in onda sagre paesane, con il microfono saldamente nelle mani dell’eclettico Franco. Era un tipo sanguigno, generoso, sempre pronto alla battuta, alla risata. Risultava essere l’unico italiano che ha rifiutato una pensione d’invalidità. Colella lavorava alla Good Year, lo visitarono e i medici riscontrarono un piccolo problema al cuore. Lo sospesero – in modo precauzionale – dall’attività in fabbrica, lui si ribellò, fece ricorso e vinse. Tornò a fare l’operaio, risultando completamente idoneo. Un uomo di sport non poteva essere malato…


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.