di Eugenio Benetazzo
E’ questa una lodevole iniziativa e che, in effetti, si riconduce se non propriamente al 30 giugno del 1932 al 18 dicembre. Ho, nei miei limpidi ricordi di giovanetto, la visione di queste statue. Ove ora sorge il Palazzo Pennacchi in Corso Matteotti…allora Corso Principe Umberto, vi era una lunga costruzione, color rosso. Sotto il porticato, fronte strada, troneggiavano quattro statue. Due di donne ‘la madre rurale’ e ‘la madre’ e due di uomini. Una di queste ‘il seminatore’ è presente a Largo Bruno Buozzi, mentre della quarta ‘il rurale’ non vi è traccia. L’incuria nel tempo, delle varie amministrazioni, ha prodotto pur che agenti esterni, come il cancro del marmo, ne stiano minando la sopravvivenza. Simpatico il motto dell’Associazione con l’invito ‘richiamo alle arti’, perché di questo in effetti stiamo parlando, di opere (1938) dell’Architetto romano Ulderico Conti, di fama più che affermata in Italia e all’estero.
Sono queste dei reperti storici degni di attenzione e fanno pur parte di un tempo non lontano della storia della nostra beneamata città.

Il Comitato promotore ha così raggiunto il proprio obiettivo – da quanto emerge –: raggiungere la cifra di 28.000 €. per le opere necessarie al loro risanamento. La serata in questione va a suggellare tale impegno al quale centinaia di persone hanno preso parte.
Presso l’Azienda Mazzuferi, in Via Campomaggiore 14 di Borgo Carso si è tenuta tale manifestazione. Il gruppo ‘Trebbiatori pontini’, il ‘trattore composto da balle di paglia’, gli attrezzi agricoli di un tempo sino a quelli più moderni, sono stati oggetto di vero interesse da parte delle famiglie accorse numerose all’evento. Pur l’Amministrazione comunale, a sostegno di tale iniziativa, era presente con il Sindaco Damiano Coletta e un Consigliere. Numerose targhe di riconoscimento sono stata consegnate a coloro che hanno fattivamente partecipato e a sostegno di tale iniziativa.
L’Architetto Maurizio Guercio – che caparbiamente ha voluto e si è impegnato in merito al progetto ‘Salviamo le Statue’ – ha ricevuto dai presenti manifestazione di sostegno e ringraziamento per quanto riuscito ad attuare. Con il 2019 finiva l’impegno di tale progetto.

Una festa rurale, secondo vecchia tradizione contadina, cena, riffa, musica, andava ad allietare la serata. Un apprezzamento particolare lo riceveva Francesco Berardi, con la sua proposizione fotografica del caseggiato allora denominato ‘La Casa del Contadino’. Due schiere di persone: chi più in età andava a rivivere di quelle strutture e dei piacevoli ricordi. I più giovani, invece, incantati ed anche stupiti per quelle opere architettoniche, alcune risalivano al 1938 ed altre a epoca precedente. Elementi che hanno fatto storia (sino al 1963 ca.) dell’urbanistica di Latina, per (come ha sussurrato qualcuno) cambiare una bellezza…con uno scempio.
Aveva così termine, per il sottoscritto, una due giorni alquanto intensa, ma più che piacevole e resa ancor più ‘felice’ dall’aver incontrato e ritrovato, dopo tantissimi anni, dei vecchi amici e pur del periodo scolastico. Rievocazioni inestimabili e incancellabili…


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