LATINA – «I recenti casi di cronaca nera hanno riportato all’attenzione luoghi da decenni dimenticati, siti un tempo fiore all’occhiello dell’economia pontina ridotti adesso a rifugi di fortuna dove degrado e attività illecite imperano». A dichiararlo sono i segretari di Cgil, Cisl e Uil Giuseppe Massafra, Roberto Cecere e Luigi Garullo.

«Non è nostra intenzione sostituirci alle forze dell’ordine per fare luce su quanto accade in queste strutture abbandonate e sui rischi connessi per la popolazione. Ciò che vogliamo invece evidenziare è che non esiste soltanto la ex Pozzi Ginori, la Svar o la Slm, perché la provincia di Latina è piena di siti e aree industriali dismesse, spesso vere e proprie bombe ecologiche, da Aprilia fino al Garigliano. E tutte queste aree potrebbero essere funzionali, se recuperate, alla riqualificazione industriale del nostro territorio anche in chiave green.

Pensiamo soltanto all’enorme potenziale che potrebbero sprigionare se utilizzate per installare impianti per la produzione del cosiddetto idrogeno verde oppure impianti fotovoltaici o solari, anziché sottrarre i terreni fertili dell’agro Pontino che sempre più spesso vengono utilizzati per gli impianti fotovoltaici. Oppure se riqualificate per ospitare ecodistretti per i piccoli artigiani. O ancora per esposizione e vendita dei prodotti locali.

Il nostro obiettivo è ragionare con le istituzioni per costruire insieme un percorso di ampio respiro che guardi al futuro, che realizzi un progetto d’insieme in grado di coniugare riqualificazione, rilancio e sicurezza delle aree industriali dismesse, rispetto alle quali il Consorzio Industriale ha tutti gli strumenti normativi per assegnare i siti dismessi, anche a costo zero per i nuovi investimenti» chiosano i tre segretari.


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