Sono cattolico ma sul fine-Vita decida lo Stato laico e sovrano.

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Sono cattolico, nei limiti del possibile.

Credo, tuttavia, nella laicità dello Stato di diritto a cui debbono conformarsi gli uomini che lo governano.

In altri ed alti tempi, come quelli della prima repubblica, statisti profondamente credenti come De Gasperi o Moro, non avrebbero mai ostentato in una piazza il rosario, innescando attorno al tema religioso una squallida propaganda.

Bene ha fatto la Chiesa, in quel frangente, a ricordare ai politici o presunti tali, che i simboli religiosi appartengono alla sfera più privata degli individui.

Meno bene fanno le gerarchie ecclesiastiche, ad esempio il Presidente della Cei Bassetti, a spendersi con così tanto vigore sul tema del suicidio assistito.

Certo, per la Chiesa di Roma la Vita non può che essere un bene indisponibile e sacro. Tuttavia, pretendere che i governanti si svestano della dimensione (sacra anche quella!) laicale esonda dal sempre caro :”Libera chiesa in libero Stato”.

La questione oggetto dell’attivismo delle istituzioni vaticane riguarda l’imminente pronunzia della Corte Costituzionale in merito all’art.580 del Codice Penale concernente l’istigazione e, appunto, l’aiuto al suicidio. I Vescovi chiedono al Parlamento di bruciare sul tempo la Corte, legiferando esso stesso sul tema.

Le forze di maggioranza, Pd e M5s, hanno fatto sapere che attenderanno il responso della Consulta.

Scelta coraggiosa e insieme rispettosa dell’equilibrio costituzionale fra poteri dello Stato nei quali, per la verità, non è contemplata la Chiesa Cattolica.

Nel caso in cui la Corte dovesse ritenere incostituzionale la punibilità dell’aiuto al suicidio si porrà, naturalmente, l’esigenza di affrontare la questione entro limiti giuridici chiari e rigorosi.

Il suicidio non può essere un espediente per il “male di vivere”, un’opzione per evadere dall’infernale gorgo della depressione. Eventualità di questo genere rappresenterebbero una concezione inumana ed innaturale della Vita.

Tuttavia, v’è il tema connesso alla dignità della Vita, alla sua qualità ed alla possibilità che l’individuo possa liberamente scegliere come alleviare la propria sofferenza e quella dei familiari.

Le storie di Eluana Englaro, Welby e DjFabo sono lì a raccontarci che la sofferenza ed il dolore, privi di una prospettiva di salvezza ben evidente nella Passione di Cristo, rappresentano una violenza ed un accanimento del tutto ingiustificati per i malati.

Di più, il tema dei pazienti con malattie giunte allo stadio terminale non può non interrogarci circa l’esigenza di accompagnare, con amore cristiano, queste donne e questi uomini alla Casa del Padre.

Sono argomenti complessi, delicati, che investono con forza la fede religiosa e civile, insieme.

Ad intervenire, però, non può che essere il potere politico libero e sovrano nelle sue deliberazioni.

In linea, del resto, con molti altri Paesi civili del mondo che, ad occhio e croce, non paiono assomigliare né a Sodoma né a Gomorra.


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Sono laureato in Scienza della Politica con tesi dal titolo: ”L’eccezionale: Storia istituzionale della V Repubblica francese”. Socialista liberale libertario e radicale. Mi sono sempre occupato di politica e comunicazione politica collaborando a campagne elettorali e referendarie. Ho sempre avuto una passione per il giornalismo d’opinione e in News-24 ho trovato un approdo naturale dove poter esprimere liberamente le mie idee anche se non coincidono sempre con la linea editoriale della testata. Ma questo è il sale della democrazia e il bello della libertà d’opinione.