Un anno fa ci lasciava Luciano Marinelli, ma lui continua a vivere nel jazz,al circolo,in tribunale,ovunque.

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LATINA- Luciano Marinelli – per tutti l’avvocato – ha rappresentato uno dei più importanti allenatori e personaggi della pallacanestro italiana. Nato a Roma nel 1937, dopo una discreta carriera agonistica e alcuni anni di insegnamento scolastico, iniziò ad allenare con il Cos Latina, all’Oratorio Salesiano, portando la sua formazione in serie D interregionale. Dopo l’esperienza in via Sisto V, fu coach vincente al Simmenthal Aprilia, poi la superba escalation con l’Ab Latina condotta trionfalmente in serie B con un boom del cesto senza precedenti, con soli elementi del posto, dilettanti puri.

Luciano apparteneva a quella generazione di ottimi allenatori laziali, cresciuti con o al fianco di Giancarlo Primo, Carmine Paratore,  Giancarlo Asteo, Carlo Cerioni, Cafiero Perrella, Tonino Costanzo. E alla saggezza tecnica univa un altrettanto eccezionale talento di talent scout e animatore che andava nella giusta direzione. Seguiva fatti del basket in ogni angolo del pianeta con predilezione per la Nba americana, amava la vita, gli piaceva leggere, interpretare e narrare con gusto, con intelligenza tante cose ai più giovani. Tutti lo hanno descritto come una persona dalla grande memoria, estremamente curioso, conoscitore di tutto ciò che avveniva oltre oceano ma soprattutto un allenatore che faceva giocare le sue squadre in maniera “brillante” per far divertire il pubblico sugli spalti. Luciano Marinelli era un coach innovatore e moderno, partendo sempre dalla cura del settore giovanile, il suo chiodo fisso. Girava continuamente scuole, campagne, paesi e borgate per cercare quegli atleti che poi hanno fatto la fortuna del club nerazzurro nei formidabili anni settanta, dove in ogni cortile di Latina era posizionato un canestro. Cosa bellissima e forse irripetibile. Guardava al vertice del basket e contemporaneamente alla base, partendo dal minibasket che seguiva con passione e dedizione. I moderni principi della scienza cestistica li ha appresi seguendo clinic e stage, recandosi negli States dove comprò le prime tute di raso e le felpe con il cappuccio, cose arrivate in Italia e indossate dai giocatori del Cos. La motivazione primaria nello sport anche nel basket è agonistica: essere bravi, gareggiare, vincere. Luciano lo sapeva e faceva di tutto per ottenere il risultato, sapendo che la selezione naturale porta i migliori nella crema delle società, dopo una lunga e laboriosa scalata. Durante questo ciclo esistevano dei ragazzi che non erano all’altezza di grandi palcoscenici ma la sua bravura era convincerli a riscoprire la pallacanestro come sport ricreativo e di massa, offrendo anche la possibilità di diventare dirigente, allenatore, arbitro, ufficiale di campo, giornalista.  Marinelli favoriva il collegamento tra pallacanestro di massa e di vertice, unendo spesso lo sport a eventi culturali con la partecipazione dei giocatori a visitare luoghi storici e ricchi di arte. Tanto lavoro tecnico in palestra, anche bi-giornaliero, lavoro individuale personalizzato per ruoli, attività estiva senza freni, ricerca di palazzetti, palestre scolastiche, campi all’aperto idonei per sviluppare l’attività come avvenuto all’Oratorio, al Circolo Cittadino, alla parrocchia dell’Immacolata. Luciano cercava di favorire lo sviluppo tecnico dei suoi virgulti mettendo a disposizione ottimi dimostratori o allenatori di provata esperienza pronti a collaborare con il Latina, creava un idoneo percorso a tappe in un ambiente molto motivato e con forte senso di appartenenza alla maglia nerazzurra.E’ già passato un anno quando giunse la notizia dal Policlinico Gemelli della sua dipartita, ma Luciano è sempre presente con noi, anche in questo triste momento del covid-19,nella musica Jazz,nel basket, nel circolo cittadino, in  tribunale, ovunque si avverte la sua impronta, il suo respiro,il suo insegnamento. Grazie Luciano!


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.