Un programma innovativo e affascinante di Ricerca: Medicina Quantistica Molecolare o QMM

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In un intero organismo vivente, compreso l’essere umano, l’acqua è presente intorno al 70% in peso che equivale ad oltre il 99% come numero di molecole. In effetti siamo costituiti essenzialmente da acqua, che costituisce quello che in meccanica quantistica è chiamato ”vuoto quantistico” perché produce tutte le fluttuazioni elettromagnetiche che influiscono sulla dinamica delle altre molecole presenti nell’organismo. Il compianto fisico Emilio del Giudice (1940-2014) in una conferenza del 2012 sosteneva, a riguardo, che «La fisica quantistica concepisce la realtà fisica non come un mero aggregato di atomi, ma aggiunge a essi una rete di relazioni non necessariamente localizzabili nello spazio e nel tempo[1] il cui insieme costituisce il vuoto quantistico. Il vuoto è una base non separabile in entità localizzabili che interagisce con tutti gli oggetti localizzabili nello spazio e nel tempo. In fisica quantistica, ogni oggetto fisico, sia esso un corpo materiale o un campo di forze, fluttua in modo spontaneo. Le fluttuazioni del ritmo di oscillazione dei corpi, che nel gergo dei fisici è denominato “fase”, si diffondono nell’ambiente in forma di potenziali di particolari campi, denominati nella teoria “campi di gauge”[2] che le trasformano in fluttuazioni proprie e le diffondono nell’ambiente. Sotto particolari condizioni studiate dalla teoria queste fluttuazioni possono sintonizzarsi tra di loro, diventare coerenti e dar luogo ad una oscillazione collettiva all’unisono di un vasto insieme di componenti che acquista quindi una sua unità[3], ma anche un significato fornito dall’oscillazione vista in se stessa come una musica. L’organismo vivente è una forma alta e complessa di questa proprietà di coerenza, che richiede per il proprio buon funzionamento che la musica non sia un rumore caotico ma abbia un ritmo, ovvero una “fase” ben definita. Ogni oggetto è caratterizzato sia da fluttuazioni indotte dall’esterno mediante apporti di energia sia da fluttuazioni spontanee. Si definisce stato fondamentale di quell’oggetto, ovvero nel gergo dei fisici “vuoto”, lo stato di minima energia dell’oggetto. Il vuoto è quindi l’insieme delle fluttuazioni spontanee dell’oggetto … In fisica quantistica esiste un teorema che afferma la sussistenza di un principio di indeterminazione nelle oscillazioni collettive, cioè il prodotto della incertezza (larghezza dell’intervallo dei valori possibili) del numero di oscillatori[4] per l’incertezza della fase[5] non può essere minore di una costante universale[6]. Quindi, poiché nell’organismo vivente, come in ogni sistema coerente, l’incertezza della fase (iF) deve essere la più piccola possibile, ne consegue che l’incertezza del numero di oscillatori (iN) deve essere la più grande possibile. Ma in un organismo individuale isolato l’incertezza del numero di oscillatori non può essere grande perché questo numero in un corpo dato è ben definito e coincide con il numero di molecole componenti. Per rendere incerto il numero di oscillatori partecipanti alla danza collettiva, l’organismo deve necessariamente aprirsi all’esterno e uscire dal proprio isolamento, restando nel quale la fase dell’oscillazione diventerebbe incerta gettando nel caos la sua dinamica interna. Una dinamica interna ben regolata è perciò possibile sotto la condizione inderogabile che l’organismo risuoni con l’esterno, con altri organismi, con parti vaste della natura. … La fisica quantistica moderna fornisce perciò un modello oggettivo per comprendere ciò che l’umanità ha avuto chiaro fin dai primordi e che la “civiltà” moderna fondata sulla competizione, sulla volontà di sopraffazione di ognuno su tutti gli altri, sullo sforzo incessante di veder riconosciuto il proprio “merito” cerca di sopprimere. La vita si fonda sulla coerenza, sulla risonanza dei diversi, sul desiderio di ognuno di risuonare con il maggior numero possibile di altri. La “civiltà” moderna, nella misura in cui cerca di trasformare l’amore in possesso, è civiltà di morte. … L’organismo soffre, e quindi “si ammala”, quando la capacità di autoriparazione è ostacolata da una qualche perturbazione che colpisce la pulsazione naturale e la sua capacità di adattarsi ai mutamenti richiesti dall’ambiente; la malattia è quindi sempre una difficoltà di dialogo tra l’organismo e il suo ambiente, cioè l’insieme di altri organismi e oggetti con cui esso è in relazione».

“I comportamenti individuali e le relative conseguenze sono innaturali quando entrano in contrasto con i principi umani fondamentali. C’è, tuttavia, una soluzione innata a ciò, che si può ottenere facendo entrare in risonanza  tra di loro un gruppo di persone, sia ristretto che ampio, attraverso il dialogo, o il gioco, o la musica, o la danza, o attraverso qualunque altro espediente che li accomuni anche solo interiormente. Cioè a dire, si dovrebbe trovare un mezzo che permetta di creare una specie di piano oscillante impercettibile ma realmente esistente, che faccia entrare tutte le persone partecipanti in risonanza, che faccia aprire gli occhi a tutti, nel senso che tutti vedano la stessa cosa o provino la stessa emozione o abbiano la medesima sensazione. Si dovrebbe determinare ciò che viene chiamato olismo dinamico, che induce alla coerenza dei comportamenti dei suoi componenti. Esiste, infatti, un modello scientifico, che è quello quantistico, secondo cui non esiste nessun corpo al mondo che sia isolabile. Gli avvenimenti che accadono al mondo sono collegati tra di loro come conseguenza dei corpi che li generano. Ogni corpo, infatti, ha l’horror quietis, il terrore della quiete, che lo induce a muoversi, a stare in movimento come sosteneva già un filosofo greco antico[7] secondo cui tutto si muove e nulla sta fermo perché la natura e ogni corpo che appartiene ad essa non possono stare fermi. In tal modo viene contraddetto l’horror vacui, il terrore del vuoto, che invece si oppone al movimento. La risonanza viene, quindi, ad avere anche un significato sociale che soltanto un fisico quantistico ha potuto evidenziare descrivendolo in modo chiaro: «L’accezione intuitiva di questa parola è avere un movimento spontaneo del proprio essere, una pulsazione vitale che abbia lo stesso ritmo di quella dell’altro, come in una danza. Noi ci aspettiamo che se i corpi, le psiche e i cervelli si muovono all’unisono, anche le emozioni, i sentimenti, le passioni, le idee saranno coinvolti in una danza comune in cui ognuno sentirà il piacere di non essere limitato nel proprio corpo, ma di vederlo allargato fino a comprendere una parte importante dell’altro da noi”.[8]

Ebbene, nell’ambito di queste premesse, è stato avviato un programma di ricerca di Medicina Quantistica Molecolare o QMM avente l’obiettivo di integrare la Fisica quantistica con la Biologia molecolare e la Storia della vita, al fine di studiare le relazioni profonde con le interazioni al livello di fisica quantistica nei processi fisiologici e patologici della salute e della malattia.[9]

Francesco Giuliano

Nella foto il fisico Emilio del Giudice e qui la traduzione del testo dall’inglese:

Le esperienze artistiche sono risonanze nel quadro del nostro paradigma del campo quantistico. La loro rilevanza per l’autorganizzazione della materia è stata compresa da artisti e umanisti molto prima degli scienziati.

[1] Contraddicendo di teorema di Bell (1964) secondo cui La realtà è costituita da cose situate nello spazio e che si evolvono nel tempo, la cui esistenza è indipendente da chi le osserva – secondo il principio di realtà -, e il cui comportamento – secondo il principio di località – non è influenzato da azioni fatte su altre cose sufficientemente distanti nello spazio, in particolare non è influenzato istantaneamente, in quanto nulla può viaggiare a velocità superiore a quella della luce nel vuoto.(P. Cirillo). Infatti anche nel caos quantistico c’è l’idea dell’entanglement quantico. Ciò si riferisce al fenomeno in cui due o più particelle quantistiche si intrecciano, in modo tale che lo stato di una particella non possa essere descritto indipendentemente dallo stato dell’altra particella.

[2] o Campi di forza nelle interazioni

[3] Domini di coerenza o CD

[4] iN; [5]iF; [6]h/4p 

[7] Eraclito (535 – 475 a.C.)

[8] F. Giuliano, La commedia dell’inganno, La bussola, 2022

[9] B. Rocca, Medicina Quantistica Molecolare – La dinamica della vita, Tecniche nuove, 2021


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).