Latina- Fratelli d’Italia commemora Norma Cossetto. Tra gli invitati, l’avvocato Cesare Bruni.
Nella mattinata di oggi, Fratelli d’Italia, nella sede di Latina, ha tenuto un incontro sulla storia degli esuli italiani di Istria e Dalmazia e sui sacrifici che questi hanno dovuto affrontare per il solo fatto di essere ITALIANI!
Tra gli ospiti del simposio, l’avvocato Cesare Bruni.
Avv.Cesare Bruni:”Norma Cossetto è il simbolo della tragedia e del sacrificio degli italiani della Venezia-Giulia
vittime di violenze inaudite da parte dei comunisti slavi, per la sola colpa di essere e voler rimanere italiani in città e terre, l’Istria, Fiume, Zara, che oramai dovevano essere slave.
Per questo il ricordo e l’omaggio a Norma, vittima dello stupro etnico e poi infoibata, è doveroso da parte di tutto il popolo italiano.
Il Senatore Nicola Calandrini, che insieme a numerosi militanti di Fratelli d’Italia, anni fà, ha reso omaggio ai nostri infoibati, cantando l’Inno d’Italia sulla foiba di Basovizza, a Trieste, oggi, onora Norma Cossetto, nell’anniversario della sua morte, con un mazzo di fiori.
Norma Cossetto, ci racconta l’Avv. Cesare Bruni, venne uccisa la notte tra il 4/5 Ottobre del 1943.
Testimone del martirio delle donne istriano-dalmate e del sacrificio degli italiani di Istria, Fiume, Dalmazia.
Era una giovane studentessa istriana di 23 anni.
Fu catturata il 26 Settembre del 1943, dai partigiani comunisti di Tito, perché si era rifiutata di unirsi a loro.
Condotta dopo qualche giorno ad Antignana, separata dagli altri prigionieri, legata ad un tavolo, fu stuprata e seviziata per giorni dai titini.
La notte tra il 4 ed il 5 Ottobre i prigionieri, tra cui Norma e altre due donne, furono portati a Villa Surani e li, legati con il fil di ferro, gettati vivi nella foiba.
Le donne furono ancora violentate prima di essere infoibate.
A Norma i partigiani comunisti amputarono i seni e conficcarono un pezzo di legno nei genitali.
Anche il padre della giovane, Giuseppe Cossetto fu ucciso il 7 Ottobre ed infoibato, mentre era alla ricerca del corpo della figlia.
La salma di Norma venne recuperato, insieme ad altre decine di corpi, nel Dicembre del 1943, dai Vigili del Fuoco del Maresciallo Arnaldo Harzarich, dopo la riconquista italo-tedesca della zona. Sedici dei partigiani che parteciparono alle sevizie e allo stupro della martire furono catturati e costretti a vegliare tutta la notte la salma della ragazza. Tre di loro impazzirono, tutti furono giustiziati.
Atrocità, quelle subite dai nostri Patrioti, che non hanno eguali nella storia del nostro Paese.
Tante vittime di quegli orrori non hanno ancora ricevuto una degna sepoltura e giacciono ammassati nelle fosse.
Foiba
Un filo d’acciaio
taglia l’anima
che grida pietà,
sul ciglio
della morte.
Foiba
parola
che sgretola la vita.
Foiba
parola che inchioda
alla croce,
senza respiro,
senza assoluzione.
Mani e piedi
legati dall’odio
e poi
giù,
nel buio
mentre la tua vita
sfracella
tra le pareti
nere di pietà.
Uomini,
donne,
padri,
madri,
violentati
dalla follia della morte,
dalla pazzia dell’ideologia.
Nella nebbia del tempo
quando
tra le dune
di pietra del Carso
domina la notte,
mi pare di sentire
le voci, i canti e i silenzi
di quegli uomini
che caddero
nel ventre buio della terra
rinascendo
per sempre
nella Luce.
Marco Martinolli
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