LIVORNO – Undici ore di permanenza al Pronto Soccorso: “Un delirio sconcertante, un fatto vergognoso e da denuncia” così la 52 enne Francesca Cappa definisce la disavventura occorsa ieri a lei e alla mamma di 76 anni affetta da una patologia dolorosa all’anca destra all’ospedale di Livorno.
Un solo medico di turno per la visita alle ore 20 dopo essere arrivati a bordo di un ambulanza alle 12 e 30, totale assenza di servizi di ristorazione, macchinette di acqua e caffè spente, bagni sporchi senza carta e detergenti e come se non bastasse tutti i bar e i negozi intorno all’ospedale chiusi, tanto è vero che per mangiare Francesca è dovuta andare a piedi insieme alla zia di 82 anni che non può lasciare sola fino al bar Il Tramezzino in viale Carducci, l’unico aperto in zona a causa del giorno festivo, a circa tre chilometri, tra andare e tornare, dall’ospedale. Ad aspettarla la mamma “parcheggiata” al Pronto Soccorso su una poltrona dopo il ricovero, in preda a forti dolori, dopo che gli è stata somministrata solo una Tachipirina. “Non ce l’ho con gli infermieri ma credo che un solo medico di turno con tutto il delirio che c’era sia un po’ poco – afferma arrabbiatissima Francesca Cappa – questo con tutto il rispetto possibile per incidenti più gravi, ieri al Pronto Soccorso c’erano anche bambini con la febbre alta e persino un bambino morso da un cane”. Si arriverà alle 23 e 30 dopo la visita del medico finalmente arrivato in turno alle 20, ci saranno ancora un paio d’ore e mezzo tra radiografia e risposta: “Potrei capire se si trattasse di un esercizio privato come un negozio di scarpe, ma per un servizio pubblico mi sembra l’apice anche in un giorno di festa, un inferno, a mio parere questi sono i risultati dei tagli alla sanità pubblica”. Sconforto e senso di abbandono traspaiono dalle parole della figlia che riporta anche la solidarietà delle infermiere testimoni del disservizio: “Scusandosi con noi alcune infermiere ci hanno detto che così si sentono spinte a licenziarsi perché in queste condizioni non possono lavorare”.
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