Se oggi Latina gioca con soddisfazione in serie A2 da molti anni il merito è anche di Peppino Cuomo e di altri industriali mecenati che hanno sempre creduto nello sport.
Ricordo una mattinata alla Cuomo Latticini – premiata ditta dal 1910 – condita da caldi raggi di sole, cosa che non capitava tutti i giorni. Era il 2007. Peppino Cuomo, il patron, volle fare gli auguri di Natale in fabbrica, nel nuovo stabilimento di Aprilia, in via della Scienza. Presenti giocatori, dirigenti, allenatori della squadra di basket, insieme ai familiari di Peppino e ai suoi più stretti collaboratori.
Il clima era quello ideale, i sorrisi non mancavano. Peppino era uno splendido padrone di casa, Salvo Garsia, il pantesco presidente della Cuomo, lo ha ringraziato con una targa ricordo per i dieci anni consecutivi di abbinamento pubblicitario nella palla a spicchi, una fedeltà unica nel Pontino. Le riflessioni non mancano, si parte con una chiacchierata sui fatti del giorno che poi scivola inaspettatamente sui settori giovanili del cesto, sulla squadra azzurra, sulla Nba. Compare la mozzarella – Cuomo naturalmente – portata calda in tavola dal fido Carlo Paluzzi. Rappresentava per noi una gradita leccornia insieme ad altre specialità, un Natale sobrio nello stile Cuomo.
Peppino non ha mai gradito le pagine dei giornali, le foto, le interviste alla radio o televisione, lui pensava al lavoro, alle cose concrete. Era schivo, riservato, attento all’evolversi della società moderna, dei costumi, dello sviluppo. Impossibile trovare un dipendente della ditta Cuomo che si lamentava del “padrone”. Il patron apparteneva a quella razza di imprenditori che creano l’ambiente ideale per lavorare e crescere insieme. L’umanesimo industriale ha avuto in lui un degno rappresentante, si parla tanto di questo argomento soprattutto dopo la pubblicazione del libro di Brunello Cucinelli – stilista e imprenditore umbro – dal titolo Il sogno di Solomeo, pubblicato da Feltrinelli.
Una volta sono andato a trovarlo in fabbrica. Era il giorno prima di Ferragosto, lui lavorava alacremente come tutti i giorni. Si è allontanato un attimo dall’ufficio, ho dato uno sguardo attento all’arredamento. Al ritorno, gli ho detto: “Questa stanza rispecchia il tuo stile di vita”. La risposta: “Vedi, questa scrivania mi appartiene da quarant’anni, non la cambierò mai”. Chi vince nella vita ragiona così.
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