“Ennio”, un film documentario che, celebrando il grande Maestro Ennio Morricone, emoziona e commuove oltre la sua durata

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Titolo: Ennio

Genere: documentario

Regia: Giuseppe Tornatore

Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore

Musiche: Ennio Morricone

Coproduzione: Italia, Belgio, Cina, Giappone, 2021

Le dichiarazioni di registi, cantanti e attori, come Bernardo Bertolucci, Giuliano Montaldo, Marco Bellocchio, Dario Argento, i fratelli Paolo e Vittorio Taviani, Carlo Verdone, Clint Eastwood, Barry Levinson, Roland Joffè, Oliver Stone, Quentin Tarantino, Giuseppe Tornatore, Nicola Piovani, Pat Metheny, Bruce Springsteen e Hans Zimmer, assieme alla ricerca delle vicende e delle passioni, come il gioco degli scacchi, più salienti della sua vita, testimoniano la profonda e genuina umanità e l’originalità delle intuizioni musicali di Ennio Morricone, autore di oltre 500 colonne sonore e due volte insignito del Premio Oscar (uno per la carriera e l’altro per la colonna sonora di The Hateful Eight (2015) di Tarantino). E, nel contempo, svelano il suo innato e profondo amore per la musica e la sua costante ricerca di sperimentare nuovi generi, proiettati sagacemente verso un futuro che non rinnega il passato musicale dei grandi maestri, anzi lo rinvigorisce e lo esalta.

Il film documentario Ennio, oltre ad essere una meritata e indispensabile celebrazione del grande Maestro, unico ed universale nel suo genere, è una continua e feconda fonte di emozioni, di commozioni che si sono consolidate in sentimenti genuini, di ricordi altamente rigenerativi, di un attestato fondamentale che testimonia il rifiorire del cinema italiano a partire dai primi anni sessanta fino ai giorni nostri, che va oltre la lunga durata del film. Una prolifica fonte che rimane indelebile nella mente di chi ha vissuto la propria giovinezza in quegli anni, e che rappresenta parallelamente l’icona che accerta lo sviluppo economico e sociale del Paese Italia, rinato dopo il disastro derivante dalla seconda guerra mondiale. Rivedere tratti dei più bei film e risentire, in un arco di tempo circoscritto, le magnifiche e meravigliose musiche del grandissimo Ennio è qualcosa che riempie l’animo di profondo piacere e pone con certezza fiducia nel prossimo. In quel prossimo che si evince dalla scena del film Nuovo Cinema Paradiso (1988) di Giuseppe Tornatore, in cui il piccolo Salvatore (Totò Cascio), con in mano  i pezzi di pellicola di film censurati, chiede al suo amico Alfredo (Philippe Noiret): Me le posso prendere? Tutti i grandi registi con cui ha lavorato Ennio Morricone hanno messo in risalto concordemente la sua grandezza che può essere compendiata nel giudizio espresso da Quentin Tarantino: Il mio compositore preferito … non intendo compositore cinematografico … sto parlando di Mozart, Beethoven, Schubert.

Il regista Giuseppe Tornatore, che ha lavorato con il grande musicista per trent’anni facendo con lui quasi tutti i suoi film e anche altro, e con il quale ha consolidato un profondo rapporto di amicizia, asserisce che: “man mano che la mia conoscenza del suo carattere di uomo e di artista si faceva più profonda, mi sono sempre chiesto che tipo di documentario avrei potuto fare su di lui. E oggi si è avverato il sogno. Ho voluto realizzare Ennio per far conoscere la storia di Morricone al pubblico di tutto il mondo che ama le sue musiche. Non si è trattato solo di farmi raccontare da lui stesso la sua vita e il suo magico rapporto con la musica, ma anche di cercare negli archivi di mezzo mondo interviste di repertorio e altre immagini relative alle innumerevoli collaborazioni svolte in passato da Morricone con i cineasti più importanti della sua carriera. Ho strutturato Ennio come un romanzo audiovisivo che attraverso i brani dei film da lui musicati, le immagini di repertorio, i concerti, possa fare entrare lo spettatore nella formidabile parabola esistenziale ed artistica di uno dei musicisti più amati del ‘900.

“Ennio” è stato presentato fuori concorso alla LXXVIII Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2021.

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).