LATINA – A Borgo Bainsizza torna l’incubo del pollificio. Lo scrive in una nota Paola Serangeli Responsabile Borghi e rifiuti PD Latina

Durante le notti tra il 19 ed il 22 ottobre i capannoni con copertura in lastre di eternit risalenti al 1965 sono stati nuovamente riempiti di galline ovaiole con inizio dell’attività produttiva dopo la sosta legata al sequestro dell’area ed al Processo che si è concluso con la condanna ad 1 anno e 7 mesi ed al pagamento di un’ammenda di euro 8.400 (sentenza n.2077/19 del 2/10/2019) per gli art. 256 lett. a), b) d.lgs. 152/2006 e art. 37,c. 1 d.lgs. 81/2008.

Appare fondato il timore dei residenti ai quali è stato riconosciuto un danno morale ma non un danno alla salute sebbene i malori non siano mancati e ci siano anche morti sospette che nessuno ha ancora approfondito.
“Non si tratta di accanimento. Le nostre paure hanno dei fondamenti”, a parlare la delegata per i “Borghi e politiche dei rifiuti” del PD comunale di Latina, Paola Serangeli. “Il pollificio è sempre stata una realtà del Borgo che dava lavoro a parecchi residenti gestita con attenzione dai proprietari. La musica cambia quando questi decidono di affittare alla società Tre Emme che assume lavoratori inadeguati e sottodimensionati rispetto alla mole di lavoro con ricadute devastanti per il decoro, la salute e soprattutto per l’ambiente. Negli atti del processo, si legge infatti “venivano rinvenuti rifiuti pericolosi e non pericolosi anche interrati (eternit…materiale organico carcasse di animali morti, topi in stato di decomposizione), un impianto di depurazione non funzionante che riversava liquidi nei terreni circostanti. Le acque reflue riversate sul suolo e nella falda idrica” quanto basta per essere preoccupati. Ci siamo chiesti perché iniziare l’attività di notte se le autorizzazioni sono regolari e le prescrizioni avanzate dalle nostre Amministrazioni sono state correttamente adottate. Abbiamo rivolto la domanda al nostro primo cittadino insospettiti dalla mancanza di titoli autorizzativi pubblicati negli albi Pretori locali. Sollecitiamo delle risposte a breve perché la situazione è già compromessa da rumori notturni, odori molesti e dalla presenza dell’amianto che oltre a rendere l’attività produttiva pericolosa per i consumatori dell’alimento prodotto il sito di eternit risulta essere il più esteso di tutto il territorio comunale”.
Il Partito Democratico è sempre stato vicino ai residenti in questa battaglia ma dopo che il caso era approdato in commissione Ambiente del Comune di Latina, incontro voluto dalla consigliera dem Nicoletta Zuliani sulla questione amianto, nulla si è più saputo. Roberto Lessio, presente in quella sede in qualità di Assessore ci tranquillizzò sostenendo che il Comune di Latina si sarebbe opposto in ogni sede alla riapertura dell’allevamento fin quando in strada del Bufalotto ci fossero state le lastre di amianto.“Chiediamo da tempo se sia stata adottata la normativa vigente che impone la valutazione del rischio in presenza di manufatti in amianto e richiede che l’autorità preposta imponga al proprietario dei manufatti in esame l’esecuzione della valutazione del rischio dovuto alla presenza di amianto secondo corrette procedure effettuata da un ente terzo”, continua Paola Serangeli, concludendo che “Nel Processo è stata riconosciuta al Comune di Latina una provvisionale di 8000 euro per il danno ambientale e di immagine subito. Sarebbe un bel gesto da parte dell’Amministrazione Comunale quello di investire la cifra nel decoro urbano del borgo che ha dovuto subire ed ancora subisce questo e ben altri danni ambientali”.


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