Federica Angeli e Caludia Gerini

LATINA – La Mafia è un fenomeno umano, e come tale ha un inizio e una fine.                                                                            (Giovanni Falcone)

La libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere. Ho sempre amato la vita. Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comandare. Il coraggio è fatto di paura.    (Oriana Fallaci)

In questi ultimi cinque anni abbiamo avuto modo di conoscere le vicende di Federica Angeli, giornalista di cronaca nera e giudiziaria de La Repubblica, e la sua personale lotta contro la mafia capitolina; e sembrerebbe che la stessa Angeli sia stata non solo una delle poche vittime (insieme a Roberto Saviano) sopravvissute alle intimidazioni e agli atti violenti ricevuti da diversi clan mafiosi, ma sia stata anche la prima persona a dimostrare l’esistenza della Mafia nella Città Eterna e nei dintorni.

Dopo l’arresto del clan Spada, denunciati dalla stessa Angeli, le vicende di quella giornalista vengono narrate in un suo libro intitolato A MANO DISARMATA (edito da Baldini-Castoldi), nel quale ha avuto modo di raccontare le minacce ricevute dagli Spada durante un’inchiesta per conto del giornale e persino dei suoi successivi quattro anni vissuti sotto scorta. Nonostante ciò, la Angeli non ha mai voluto smettere di lottare contro la criminalità che contaminava Ostia, anche se questo non significava soltanto mettere la propria vita in pericolo, ma anche quella del marito e dei figli, visto che in quel periodo non era prevista la scorta per i minori.

La copertina del libro

Il libro (per chi non l’avesse ancora letto) presentava dunque già un enorme potenziale per un eventuale adattamento audiovisivo, con una protagonista che possiede la stessa intraprendenza di una Oriana Fallaci e dell’attivista statunitense Erin Brokovich  (quest’ultima era una madre single, e priva di laurea, che fece causa contro la Pacific Gas & Eletric nel 1993 per un’accusa di contaminazione con cromo esavalente delle acque californiane); e in diversi capitoli del libro vengono riproposti persino diversi fatti di cronaca che abbiamo già avuto modo di conoscere attraverso i notiziari.

A partire dal 6 Giugno di quest’anno, è stato distribuito nelle nostre sale l’omonimo film tratto dal romanzo – verità della giornalista nata e cresciuta ad Ostia; e ad interpretarla è stata scelta Claudia Gerini (vincitrice di un David di Donatello per AMMORE E MALAVITA).

Federica Angeli e Caludia Gerini

Principalmente l’attrice romana è nota per aver impersonato diversi ruoli comici, ma pochi si ricordano che ha già interpretato in maniera egregia alcuni ruoli drammatici, se non negativi, come ad esempio Valeria ne LA SCONOSCIUTA di Giuseppe Tornatore, la seconda antagonista di quel film, oltre al cattivissimo Michele Placido; e anche in questo caso la Gerini ha saputo interpretare il suo personaggio con verità e rispetto, senza dimostrare di essere una semplice maschera. Oltre alla recitazione dell’ex musa di Verdone e dei suoi colleghi, è apprezzabile persino il forte realismo che questo film trasmette al suo pubblico; anche se tale realismo, in realtà, non possiede la stessa potenza visiva e poetica che hanno dimostrato diversi altri film recenti come DOGMAN, SULLA MIA PELLE o LA PARANZA DEI BAMBINI.

A sinistra: Michele Placido; a destra: la Gerini; e più in fondo, sempre a destra: Ksenia Rappoport ne LA SCONOSCIUTA di Giuseppe Tornatore

Proprio come recita la tag line sul manifesto del film, in questo caso stiamo parlando di una storia vera che non è ancora giunta ad un esito finale; questo perché è passato solamente un anno da quando l’intera famiglia Spada è stata arrestata per associazione a delinquere di stampo mafioso; ancora oggi non è nota la data dell’inizio del dibattimento e Federica Angeli continua a vivere sotto scorta insieme alla famiglia.

Trattandosi inoltre dell’adattamento audiovisivo da un testo scritto, spesso capita che tale processo di sceneggiatura tenda a “tritare e ritritare”, e a volte persino a ribaltare, diverse sequenze legate al soggetto originale, fino a fare cadere le aspettative dei lettori più affezionati. In questo adattamento non mancano di certo alcune “licenze poetiche” attuate per ragioni legate alla privacy, visto che il clan Spada è stato sostituito dal fittizio clan Costa; un altro motivo per cui sono state inserite diverse scene fittizie è stato anche per dare un forte senso drammaturgico alla vicenda

La regia di questo film è affidata al produttore Claudio Bonivento, noto per aver finanziato altri successi recenti del nostro cinema come MERY PER SEMPRE e 20 SIGARETTE. A MANO DISARMATA è stata la sua prima regia in diciannove anni, dopo aver diretto altri due lungometraggi per poi essersi impegnato successivamente sia nella produzione cinematografica che in diverse regie di fiction e film televisivi.

Claudio Bonivento dietro alla macchina da presa.
A MANO DISARMATA è la sua terza regia cinematografica dopo ALTRI UOMINI (1997) e LE GIRAFFE (2000)

Questo film, in effetti, nonostante la potenza di alcune scene, presenta però diverse caratteristiche tecniche che lo fanno sembrare più un film televisivo da trasmettere sul palinsesto di Rai 3, piuttosto che un lungometraggio cinematografico. Per fare un esempio: nel film ci sono diverse inquadrature aeree riprese con il drone che riprendono le strade e le case di Ostia viste dall’alto, che fanno subito venire in mente le inquadrature paesaggistiche rappresentate in diverse serie televisive. Inoltre, la fotografia, tendente al grigio e al verde neon per rappresentare comunque al meglio l’ambiente criminale e ostile di Ostia, assieme all’uso della macchina a mano e di diverse zoomate, fanno troppo assomigliare questo film ad un episodio dilatato di GOMORRA o di SUBURRA.

 

 

 


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