A Ponza San Pio con la mascherina

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Com’è noto, in località Tre Venti a Ponza, al centro dell’isola e a pochi passi dal Poliambulatorio, alcuni anni fa è stata eretta una statua in onore del santo di Pietralcina, tanto venerato in ogni parte d’Italia e non solo.
Di tanto in tanto, purtroppo, viene fatto oggetto di atti di vandalismo; mesi fa gli fu addirittura staccato la testa, poi subito restaurata.
Il giorno 7 marzo scorso, un ponzese molto devoto ha pubblicato su Facebook la foto della statua, imbavagliata con la nota mascherina anti Covid.
Un coro di commenti – tutti di biasimo – per il gesto sconsiderato. Anche io mi sono aggregato al coro, scrivendo: “Scherza coi fanti e lascia stare i santi”. Perché, a tutta prima, ho interpretato il gesto come uno scherzo di cattivo gusto che offende la fede dei credenti.
Ora la “bravata”, se tale la possiamo definire, la si può interpretare in vari modi; un atto blasfemo, una “spiritosaggine” fuori luogo, ma anche una invocazione sui generis : “Perché non agisci, affinché Dio provveda a porre fine a tale flagello?”.
Mio zio Francesco Lamonica (1890 – 1964) maestro elementare nella città partenopea, mi raccontava che spesso assisteva al miracolo del sangue di san Gennaro, nel duomo di Napoli, e quando il miracolo ritardava perché il sangue non si scioglieva in tempo, dalle prime file, nei pressi dell’altare maggiore dove il cardinale agitava l’ampolla, si sentiva gridare: “Faccia gialluta, te vuo’ movere o no?” erano le voci di coloro che si definivano parenti, discendenti di quel santo martire e che osavano rivolgersi a lui con un tono irriverente, quanto confidenziale.
Ma potrebbe esserci anche un altro messaggio: “Considerato che la maggior parte dei ponzesi ha preso alla leggera questa pandemia e va girando impunemente per le vie del paese senza mascherina e non osserva le altre norme igieniche, tanto che il morbo si sta diffondendo in maniera esponenziale, almeno tu difenditi!”
Credo che sia questo il monito che qualcuno ha voluto lanciare attraverso l’autorevolezza di san Pio.
Comunque, se la situazione a Ponza sta davvero precipitando (i dati sono implacabili, oggi 8 marzo ancora 2 casi sull’isola ) e la maggior parte degli isolani non usa nemmeno la mascherina – come si può riscontrare anche osservando le webcam, sparse sul territorio – è quanto mai opportuno che le autorità locali provvedano seriamente a far rispettare le regole.

In condivisione con Ponza Racconta e Associazione Cala Felci


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.