Dopo un anno e mezzo, ieri sera con l’Associazione Bridge Latina (ABL) siamo, finalmente, tornati al Circolo Cittadino a giocare a bridge. La voglia di normalità ha preso il sopravvento sulla paura e sull’incertezza e poiché eravamo tutti con il green pass, non abbiamo lesinato in abbracci.
Eravamo pochi e distanziati. Solo 8 tavoli. Niente rispetto ai grandi numeri anti-pandemia. Chi l’avrebbe mai pensato che quella sera di febbraio dello scorso anno sarebbe stato l’ultimo di quell’anno. Ci siamo lasciati per rivederci come di consueto all’appuntamento successivo e invece, improvvisamente, tutto è cambiato. Nel giro di poche ore ci siamo ritrovati a non poter fare più quello che facevamo. Abbiamo dovuto interrompere le nostre abitudini, la nostra quotidianità, le nostre relazioni e allontanarci anche dai nostri affetti più cari. Ma tant’è.
Dopo un breve smarrimento, in cui, paradossalmente, a dir la verità abbiamo potuto assaporare il gusto del tempo che rallentava a cui non eravamo più abituati e che abbiamo vissuto come beneficio e sollievo delle nostre sfrenate corse quotidiane, la vita ha preso un ritmo lento, calmo e pacato. Abbiamo riscoperto alcuni valori dimenticati nella strada della corsa al denaro, tipico della società e dell’economia attuale. Siamo tornati alla manualità, scoprendo che potevamo fare il pane in casa, cucinare torte e manicaretti impensabili.
Insomma, abbiamo scoperto nuovi e inaspettati….noi stessi.
Ma tornando al bridge. Dopo quella pausa forzata che ci ha disorientato e reso incerti, siamo corsi subito ai ripari. La nostra salvezza è stata la piattaforma Bbo e il successivo Real Bridge. Quindi si può senz’altro dire che non ci siamo mai persi di vista. Abbiamo continuato a confrontarci, a discutere e a litigare. Anche se da remoto.
Molti hanno rinunciato a giocare on line, in attesa del ritorno ai tavoli verdi, che ieri sera appunto c’è stato.
E’ solo l’inizio. Piano piano si tornerà alla normalità vera. Alla scuola per insegnare a giocare. Ai tornei e alle gare.
C’è di bello che ora giochiamo di più. Abbiamo la possibilità di farlo da casa e in presenza. Sempre in sicurezza, ovviamente. Immancabili le mascherine che ieri sera abbiamo sollevato solo per un attimo, per assaporare la straordinaria caprese di Marisa Scerra e brindare con gustose “bollicine” al nostro futuro, all’amicizia e al gioco.
“Siamo vivi”, ha detto un emozionato Raimondo Persico, accomodandosi al mio tavolo all’inizio del gioco. Quelle due parole, per nulla banali, ma che davano la dimensione dell’esistente quasi a volerne scacciare la paura, mi sono entrate dentro. L’ho guardato e percependo la sua commozione ho risposto con grande empatia: “Già, siamo vivi’”.
Siamo vivi.
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