“Indignatio”, in latino etc. A proposito dell’assegnazione dei David di Donatello, il termine più appropriato è “infiammazione” (più marcato del volgare “incazzato”) per la smodata, sfrontata e indecente pioggia d’oro che ha ricoperto “Dogman” di M.Garrone. Un film di ordinaria fattura che non merita davvero la trionfale esultanza attribuitagli dalla critica, magari avranno voluto risarcirlo per l’esclusione dagli Oscar: gli americani di cinema se n’intendono! Come pure non si giustifica l’Oscar europeo a quel “poveraccio” di attore per caso: presumo che un premio Oscar o equipollente sia previsto per attori professionisti. Dunque, un David a sfregio come a convalidare la scellerata tendenza politica in atto di una cultura “da marciapiede” cioè stracciona, all’insegna del forsennato e dissennato bisogno di colpire e annientare gli “untori” ossia gli intellettuali o gli artisti “da salotto” -per meglio dire raffinati e colti- ritenuti perniciosi e inutili. Ad esempio, un Guadagnino o Martone i quali un premio alla regia l’avrebbero pur meritato visto che Garrone, sovraccaricato e supervalutato, poteva farne a meno. Probabilmente, in attesa del suo epico “Pinocchio”, avranno voluto promuoverlo sul nascere?! Giusti i premi a Moretti (nobile documentario il suo “Santiago Italia”), alla Confalone (attrice di razza), a Borghi per non parlare di Tim Burton (David alla carriera), sempre grandioso (geniale il suo straordinario “Dumbo”). Il caso Garrone ripropone l’insoffribile “gomorrismo” divenuto moda ossessiva e prodotto da supermercato, la spia del meccanismo di un sistema tutto italiano di concepire le elargizioni di premi, prebende, posti di lavoro a persone appartenenti a cerchie ristrette e privilegiate di ogni ambito; specialmente a Roma, città blindata tanto più nel settore artistico e cinematografico. Di un film come “Dogman” non se ne parlerà come di un “Ladri di biciclette”, il celebre film di povera gente che ha lasciato il segno il cui protagonista (Maggiorani, un operaio della Fiat),bravissimo, non fu premiato. “Dogman” è un film “da cani” che non lascerà alcun segno. Martone, ad esempio, avrebbe meritato il riconoscimento come regista ad ampio spettro considerate anche le sue pregevoli regie teatrali, da ultimo, quella della colossale, splendida opera “Chovanscina” (alla Scala), di “Bassaridi” (anno scorso,Opera di Roma) etc. Invece no, Garrone e solo Garrone, un gigante inversamente proporzionale al Golia, sontuosamente e indecorosamente sopraffatto dal David ! (gmaul)


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