Effetto Venezia, il direttore artistico Bruciati: “Sono stati cinque giorni di frenetica gioia”

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LIVORNO – “Come tutti i film anche questo Effetto Venezia è arrivato alla fine dei titoli di coda. Dopo sei mesi di lavoro preparatorio e cinque giorni di frenetica gioia devo ringraziare tutti coloro che mi hanno dato fiducia nel supportare quell’idea un po’ folle che Effetto Venezia potesse diventare un vero e proprio piccolo viaggio sensoriale dentro il mondo del cinema”.

Inizia così la riflessione finale del direttore artistico Marco Bruciati che, attraverso i suoi canali social, ha voluto fare un bilancio della 38esima edizione di Effetto Venezia, conclusasi nella serata di ieri.

“Le questioni legate ai numeri, per quanto determinanti nel definire la buona riuscita di qualsiasi manifestazione pubblica, non mi hanno mai appassionato – ha aggiunto Bruciati – Sapevamo che da moltissimi anni le presenze a Effetto Venezia sono altissime (anche grazie ad eventi di qualità che negli anni sono stati curati dalle diverse direzioni artistiche) e anche questa edizione non ha fatto eccezione.
L’obiettivo che mi ero posto, tra i tanti, era però quello di RIPORTARE a Effetto Venezia per più giorni persone che avevano perso l’abitudine a frequentarlo, provando a dare loro un nuovo senso all’esperienza. Forse, quindi, se abbiamo costruito una differenza rispetto ad altri anni è proprio questa: unire il pubblico canonico a quello più esigente creando un melting pot in cui la popolarità della manifestazione si è unita ad una scelta artistica in alcuni casi coraggiosa e solo apparentemente settoriale”.

A detta di Bruciati a contribuire al successo della kermesse è stata la scelta del tema: “Il tema del cinema, arte per eccellenza nell’unire le varie sfere sociali, ha sicuramente aiutato a portare a termine l’obiettivo che ci eravamo posti dimostrando come sia possibile alzare l’asticella nella crescita di un evento culturale importante come questo. Come in tutte le cose complesse non sono mancati momenti piu critici e mi scuso con tutti coloro che in vari momenti e in vari ambiti hanno vissuto piccole o grandi problematiche”.

A conclusione del post non poteva mancare il giro di ringraziamenti a tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita dell’edizione: “Ringrazio l’amministrazione comunale, sindaco e assessori per la fiducia riposta, ringrazio la straordinaria squadra di lavoro della Fondazione Lem, del Comune di Livorno e tutti i servizi di fornitura e service, che hanno costruito insieme a noi questo percorso. Sarebbero troppi da citare singolarmente e sicuramente mi dimenticherei qualcuno ma il lavoro collettivo è stato costante e impagabile.
Ringrazio le decine di artisti e artiste locali e non che hanno accettato questa importante sfida adattandosi al tema scelto, dal Teatro dei Venti alla compagnia Teatri Meticci che hanno portato in Piazza spettacoli coraggiosi e straordinari.

Ringrazio le tante persone che in questi giorni mi hanno manifestato sinceri attestati di stima e riconoscimento aiutandomi a capire qualcosa in più di me.
Ringrazio in particolar modo quei giovanotti di Lorenzo Pari, Filippo Amodeo e Giona Sapienza che mi hanno assistito nella selezione dei contenuti proiettati sui palazzi. Se anche quella scelta è risultata vincente e tra le più apprezzate il merito è anche loro.

Delle tantissime e straordinarie foto realizzate in questi giorni da Francesco Luongo e Andrea Dani, ho scelto di chiudere questa narrazione con uno sguardo in macchina, con quell’inquadatura un tempo proibita che chiama lo spettatore a interrogarsi su ciò che ha visto, elaborando in modo attivo e non passivo la propria esperienza.

Perchè in fondo guardarci dentro fa sempre bene”.


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Livornese classe ‘99, mesi fa ho coronato il mio sogno diventando giornalista pubblicista. Ho già collaborato con diverse testate occupandomi di sport, la mia prima passione. Nel tempo libero amo leggere, informarmi e viaggiare.