Giorgio La Pira. il sindaco della pace

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La Pira fu un innovatore aperto in umanità e un testardo cercatore di dialogo. (Monica Mondo)

Giorgio La Pira, professore di Diritto romano, terziario domenicano nato nel 1904 a Pozzallo, provincia di Ragusa,  viene definito «sindaco santo » non solo perché ha guidato l’amministrazione del Comune di Firenze, ma anche per il fatto di essere stato avviato verso la gloria degli altari. Infatti La Pira straordinaria figura di politico cristiano, è stato proclamato venerabile da Papa Francesco il 5 luglio del 2018, un laico che ha fatto della politica la sua vita verso la santità.

Dopo gli studi in giurisprudenza all’Università di Messina, il giovane La Pira arrivò a Firenze nel 1926, dove ci rimase per tutta la vita fino alla morte avvenuta nel 1977 diventandone il sindaco più amato e acclamato “santo”, per volontà popolare. Il professore è stato padre costituente per il collegio di Firenze-Pistoia e deputato che ha lavorato anche per la stesura della Costituzione italiana.

Nel convento domenicano, come terziario francescano c’è ancora la cella con il letto, scrittorio e poltrona in finta pelle, dove “il professore” viveva in assoluta povertà.

Il suo primo mandato a sindaco avvenne dal 1951 al 1956, anni che furono di grande rinnovamento della città di Firenze sul piano politico, amministrativo, economico e culturale. Fu eletto sindaco, per la prima volta, grazie al premio di maggioranza  (40 seggi alla Dc e alleati) e forse anche alla decisione dei socialisti indipendenti (il gruppo Silone e Codignola). A sostegno della sua attività politica, con precise condizioni e volontà, ci furono personalità del mondo della politica, dell’economa e della cultura come Enrico Mattei, Ettore Bernabei, Gabriele De Rosa. Nel secondo mandato, dopo aver guidato la ripresa della città, fu rieletto con trentatremila preferenze, contro le diciannovemila del 1951.

Giorgio La Pira è stato un esempio vivo di carità in una Firenze, simbolo di unione tra nuovo umanesimo e cristianesimo. I tre valori solidali del suo programma amministrativo erano: lavoro, casa, libertà. Secondo il costituzionalista Ugo De Siervo, La Pira «era un politico moderno, che prendeva iniziative sociali molto aperte e poneva il Comune e le strutture pubbliche a servizio della popolazione». Secondo lo stesso sindaco, il primo cittadino di Firenze doveva «cambiare le lampadine dell’illuminazione pubblica della città e promuovere la pace del mondo».

Durante il suo mandato di Primo cittadino della città di Firenze si schierò dalla parte dei lavorator, si spese incessantemente nelle battaglie passate alla storia come quella per l’industria Pignone che salvò dalla chiusura scontrandosi anche con autorevoli esponenti del suo Partito, la Democrazia Cristiana.  Giorgio La Pira concepiva la politica come servizio non legato alle ideologie, ai partiti e neppur alla Chiesa, bensì all’uomo, ai poveri, agli ultimi.

La città di Firenze fu amministrata da Giorgio La Pira con innovative scelte politiche e sociali e iniziative internazionali, quali i Convegni sulla Pace e la civiltà cristiana e il Convegno dei Sindaci delle città capitali. Fra il 1958 e il 1964 organizzò quattro colloqui sulla pace nel Mediterraneo. In queste occasioni la profezia e la politica e la religione e le relazioni internazionali si mescolarono. L’Italia così, dal punto di vista geopolitico  provava a costruire e ad affinare una sua centralità nel Mediterraneo.

La tenacia costruttiva di Giorgio La Pira per la pace fece superare ogni frontiera ideologica, culturale e spirituale intessendo strette relazioni con i potenti leader del mondo. La sua alta e universale visione si concretizzò nel favorire proficui dialoghi tra personalità della politica e della cultura ideologicamente e religiosamente distanti. La città Firenze con lui diventò una protagonista mondiale del processo di pace. Memorabili furono i suoi dialoghi con Krusciov e Ho Chi Minh. Per il suo impegno per la pace nel 1965 andò in Vietnam. Nel 1967, all’indomani della guerra dei sei giorni la sua figura fu importante per riannodare il dialogo fra i Paesi arabi e Israele

Giorgio La Pira è stato un uomo visse e operò in anni di grandi passioni contrapposte: gli anni della guerra fredda. Il suo sogno era la costruzione di una città che accogliesse tutti e che si aprisse a tutti i popoli. Come uomo  impegnato al servizio della comunità locale, nazionale e internazionale si è battuto per la costruzione di un futuro fondato sui valori di bene comune, giustizia sociale e pace.

Alle nuove generazioni ha insegnato che il ruolo dei cristiani nella società consiste nella difesa dei deboli e della dignità del lavoro: un impegno di umanità al quale dedicare sforzi di preghiera, giustizia e carità.

 

 

 


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