Intervento del consigliere aggiunto Polas Shabuk sulle risse in via Grande

Il rappresentante della comunità bengalese

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LIVORNO – Pubblichiamo l’intervento del consigliere comunale aggiunto Polas Shabuk rappresentante della comunità bengalese sui episodi di risse in via Grande

I rappresentanti delle comunità straniere di Livorno sulle risse di Via Grande
Le risse scoppiate il 10 e il 12 febbraio in Via Grande, davanti al Bar Dollino, hanno riacceso le polemiche sulla questione sicurezza a Livorno e, come al solito, i cittadini stranieri vengono messi sul banco degli accusati.
Episodi di questo genere non sono purtroppo una novità. Il Centro della città e la zona e intorno a Piazza Garibaldi, ormai da alcuni anni, sono caratterizzate da episodi analoghi di micro-criminalità (spaccio, scippi, risse, accoltellamenti, atti di vandalismo, etc.) che generano nei cittadini residenti, stranieri inclusi, insicurezza e disagio.
Le cause di questo fenomeno sono molteplici, ma tendono purtroppo a essere sintetizzate e semplificate riconducendole ad un’unica causa: la presenza di (troppi) stranieri.
Come rappresentanti delle principali comunità straniere residenti a Livorno vogliamo in primo luogo garantire che le Comunità straniere presenti a Livorno sono in prima linea nel contrasto alla microcriminalità e al degrado e offrono piena disponibilità a collaborare con le Istituzioni e con i cittadini affinché venga migliorata la situazione della zona intorno a piazza Garibaldi e in tutto il Centro Storico.
In questa prospettiva e per contribuire in modo costruttivo ad un dibattito pubblico serio, vogliamo affermare alcuni principi e sollecitare tutte le forze politiche e sociali della città ad impegnarsi per promuovere iniziative che possano davvero incidere sulle cause della situazione di degrado.
Il primo principio che vogliamo affermare è che i cittadini stranieri sono le prime vittime del degrado urbano e della microcriminalità.
Identificare gli stranieri come unica causa di questi episodi è quindi sbagliato: significa scambiare le cause con gli effetti. Significa semplificare e distorcere la realtà. Questo modo di vedere e di presentare la situazione non risolve il problema ma, anzi, crea conflitto, diffidenza e intolleranza. Questa visione distorta della realtà impedisce inoltre di trovare soluzioni realistiche ed efficaci, che migliorino concretamente la situazione di disagio, che vivono tutti i cittadini onesti.
La concentrazione degli stranieri in queste zone della città NON è la causa, MA la conseguenza del degrado urbano.
Il degrado dell’area ha infatti radici lontane. A partire dagli anni ’80, la mancata cura degli edifici privati e l’abbandono degli spazi pubblici hanno determinato un generale e continuo calo dei prezzi delle abitazioni. La popolazione storica del quartiere si è spostata verso i nuovi quartieri residenziali della Scopaia e della Leccia ed è stata in parte rimpiazzata da persone appartenenti alle categorie più povere, e, quindi, da molti stranieri.
I proprietari (italiani) delle abitazioni hanno approfittato della presenza di una domanda di abitazioni a basso costo, disponibile a pagare anche per abitazioni degradate e di vivere in condizioni di precarietà, per mantenere una rendita senza investire nella manutenzione e nel risanamento degli edifici. La presenza di fasce di residenti fragili con meno diritti (gli stranieri) e con minori capacità di fare pressioni sulla Pubblica Amministrazione per pretendere interventi pubblici, hanno per molti anni reso possibile l’assenza di interventi di riqualificazione e di manutenzione degli spazi pubblici.
Il secondo principio che vogliamo affermare è che il circolo vizioso del degrado urbano si arresta investendo nella riqualificazione urbana e nella rigenerazione dei legami tra le persone, creando luoghi dove le persone si possano incontrare in sicurezza, rafforzando in tal modo la comunità e la coesione sociale.
Questo principio in molte città dove è stato tradotto in azioni concrete ha prodotto grandi risultati, tanto che il governo decise nel 2015 di incentivare la riqualificazione delle periferie con 2 miliardi di investimenti pubblici.
Infine, il terzo principio che è anche un appello: che l’impegno per il bene comune della nostra città accomuni tutte le forze politiche e tutte le categorie sociali, che sia fatto fronte comune per individuare le cause e i responsabili degli episodi, che (soprattutto) siano promosse e condivise iniziative concrete ed efficaci per migliorare la vivibilità e la sicurezza della nostra città. Che non ci si fermi alla mera strumentalizzazione a scopi elettorali, ma che si apra un confronto serio, costruttivo e non ideologico.
In questa prospettiva, proponiamo, come prima cosa, di istituire una sede permanente di consultazione informale dove gli Enti Pubblici e le forze della sicurezza della città possano confrontarsi su problematiche pubbliche e trovare soluzioni condivise efficaci, promuovendo interventi e progetti con i rappresentanti delle Comunità straniere, delle associazioni e dei quartieri.
Queste alcune proposte che, a nostro avviso, possono costituire una base concreta per arrestare il degrado, promuovere la coesione sociale, migliorare la vivibilità e la sicurezza percepita dai cittadini.
Le comunità straniere presenti a Livorno propongono inoltre che:
1. la strategia di riqualificazione e di rigenerazione del Centro Storico e dell’area di Piazza Garibaldi sia continuata, potenziata ed estesa al quartiere di San Marco Pontino e ai Quartieri Nord, che vivono situazioni di degrado del tutto analoghe, anche se non sono così spesso agli onori della cronaca;
2. che l’Amministrazione Comunale rafforzi l’impegno per l’estensione e il miglioramento degli spazi pubblici in questi quartieri (piazze, giardini, aree giochi, fontanelle, panchine, etc.) per favorire l’incontro tra i cittadini e la creazione di comunità sempre più coese e solidali, anche aumentando gli spazi verdi e piantando nuovi alberi;
3. in particolare, riteniamo opportuno
a. avviare senza ulteriori indugi la riqualificazione e la rigenerazione sociale di Via Grande, secondo il progetto approvato dall’Amministrazione Comunale;
b. valutare l’eliminazione dei parcheggi da Piazza Garibaldi e la sua completa pedonalizzazione, allo scopo di renderla un salotto piacevole da frequentare per tutti i cittadini; l’eliminazione delle auto, oltre a rendere più bella, accogliente e sicura la piazza, toglierebbe anche spazi (e nascondigli) attualmente utilizzati dagli spacciatori per le loro attività;
4. vengano coinvolti attivamente i cittadini, le associazioni, dei gruppi di quartiere e delle comunità straniere nella progettazione degli interventi;
5. il Comune adotti nella progettazione urbanistica di queste aree e di tutta la città la normativa UNI CEN/TR 14383-2:2010 (Prevenzione del crimine attraverso la progettazione urbanistica) che, attraverso semplici accorgimenti a basso costo, permette di ottenere grandi risultati nel creare spazi urbani sicuri a misura di cittadino;
6. sia promossa la tutela dei beni comuni e l’amministrazione condivisa, ai sensi del Regolamento approvato all’unanimità dei presenti in Consiglio Comunale con deliberazione n. 224 del 19 ottobre 2017, coinvolgendo attivamente anche le comunità straniere che vogliono prendersi cura degli spazi pubblici della nostra meravigliosa città;
7. siano promossi, in collaborazione con i cittadini, le associazioni e le comunità straniere, nuovi interventi di rigenerazione e animazione sociale, come, ad esempio:
a. vengano organizzati concerti, spettacoli e feste aperti a tutti negli spazi pubblici;
b. sia promossa la celebrazione pubblica delle principali festività delle Comunità straniere che accettano di collaborazione ai progetti di rigenerazione;
c. sia istituita, nel quadro del regolamento per i beni comuni e l’amministrazione condivisa, la figura del mentore per i nuovi residenti, sul modello della città belga di Mechelen, un volontario selezionato dal Comune che si offre per assistere i nuovi residenti che lo desiderano nei primi mesi di arrivo in città, per introdurli nella vita cittadina e facilitare la costruzione di nuovi legami comunitari;
d. favorire la strutturazione delle comunità straniere informali, aiutandole a registrarsi come associazioni iscritte al Registro Comunale e Regionale;
e. individuare spazi in edifici pubblici all’interno di ogni quartiere disponibili gratuitamente per cittadini e associazioni che vogliano svolgervi attività di interesse pubblico e civico.
8. Sia sperimentata nei quartieri e nelle aree più problematiche la “Sorveglianza di vicinato”, coinvolgendo anche i cittadini stranieri e invitando a Livorno i referenti dell’Associazione Nazionale Controllo di Vicinato (https://www.ancdv.it), per informare e formare i cittadini sull’attivazione dei protocolli;
9. Sia rilanciata la Consulta Comunale dei cittadini stranieri, rinnovandone la composizione, aprendola a tutte le realtà formali e informali attive sul territorio comunale e a tutti gli Enti Pubblici coinvolti o interessati, riunendola almeno 6 volte ogni anno e dotandola di una sede/ufficio stabile.


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Divento giornalista pubblicista nel 2012 lavorando per Il Tirreno per quattro anni e mezzo nella redazione della cronaca di Livorno, in seguito faccio varie esperienze personali sempre volte ad accrescere la mia esperienza professionale. Ho collaborato con più di un giornale on line, guidandone alcuni, ho lavorato come addetto stampa nel campo della politica, dello sport e dello spettacolo, attualmente affianco la professione giornalistica a quella di scrittore.