Io, al contario, di quella ragazzina mi preoccupo. Un appello alla Preside: lasci stare le carte bollate e la aiuti a crescere.

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A quattordici anni si è stupidi davvero. Un nonsense armarsi di bomboletta rosa e imbrattare il Liceo Classico “Alighieri”. Svastiche e frasi ingiuriose nei confronti della Dirigente Scolastica.

A quattordici anni, catapultati in una realtà nuova come il Liceo, ci si può esaltare non calcolando rischi e conseguenze del proprio agire.

Fatto sta che questa ragazzina quattordicenne è stata presa per i capelli dal padre e costretta ad ammettere le proprie colpe e ad assumersi la responsabilità dell’idiozia commessa.

Viviamo un tempo alla rovescia dove i genitori risultano essere attivissimi in un insano sindacalismo buono a difendere ciecamente, arrivando a negare l’evidenza, ogni azione dei figli. La scuola, sovente, ce lo ricorda. Troppa delegittimazione della sua autorità ed eccessivo permissivismo delle famiglie. Questa storia accaduta a Latina ci racconta, al contrario, di una famiglia e di un genitore conscio del proprio ruolo di educatore. Un figlio che sbaglia, perdipiù nel contesto scolastico, non va protetto ma posto nelle condizioni di chieder scusa e riparare il danno.

Tuttavia, mi sembrano fuori da ogni proporzione alcuni termini o prese di posizione di certa stampa e persino della politica.

Definire “minacce” quelle scritte è un errore su più piani: giuridico psicologico e sociologico. Vi pare probabile che le scritte a cui ci riferiamo, realizzate da una adolescente con una personalità in fieri e, come lo svolgimento del fatto ci conferma con una famiglia di sana e robusta costituzione alle spalle, possano costituire una minaccia?

Forse, lo dico senza alcuna presunzione, noi che giochiamo con le parole dovremmo prestare più attenzione a come disporle. Immediata la presa di posizione del Sindaco Damiano Coletta che, a nome dell’amministrazione comunale, ha stigmatizzato il “clima d’odio”.

Ora, io non vorrei che piombassimo in clima psicotico per cui tutto, comprese le bravate adolescenziali, entrino a far parte del dibattito politico. Nessuno che si metta, per un attimo soltanto, nei panni di questa minore sbattuta da ieri su tutti gli organi di informazione cittadina? A scuola, la comunità ch’ella frequenta e nella quale dovrebbe formarsi, tutti sapranno il suo nome e cognome. Immaginate il senso di vergogna, di sconforto, di stigma. Un adolescente può persino morire per  vicende come queste. Sconcerta che il primo cittadino, nella sua qualità di medico, non arrivi a considerare questo delicato aspetto.

Noi non crediamo che la ragazzina in questione volesse minacciare la Dirigente Scolastica né che sia pervasa da un clima d’odio come sostiene, malizioso, il Sindaco di Latina. Noi crediamo che a quella età, come canta Guccini, “si è stupidi davvero”.  Un gesto sconsiderato, certamente. Tuttavia io vorrei sapere le ragioni che hanno spinto la quattordicenne ad un nonsense come questo. Fossi la Preside lascerei stare le carte bollate, i provvedimenti disciplinari. Convocherei, invece, in prima battuta i genitori. Chiederei loro di parlarmi della ragazza. Poi, la incontrerei. La guarderei negli occhi. Cercherei di comprenderla, di farmi prossimo a lei ché questa è la missione della scuola.

Gentile Preside, non rincorra la grancassa mediatica. Guardi negli occhi questa ragazza e la aiuti a crescere.


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Sono laureato in Scienza della Politica con tesi dal titolo: ”L’eccezionale: Storia istituzionale della V Repubblica francese”. Socialista liberale libertario e radicale. Mi sono sempre occupato di politica e comunicazione politica collaborando a campagne elettorali e referendarie. Ho sempre avuto una passione per il giornalismo d’opinione e in News-24 ho trovato un approdo naturale dove poter esprimere liberamente le mie idee anche se non coincidono sempre con la linea editoriale della testata. Ma questo è il sale della democrazia e il bello della libertà d’opinione.