Si apre il processo. Un teste: “Gli imputati ci impedirono di chiamare i soccorsi”. Regione e Comune parti civili

Il processo, che sarà celebrato nell’aula bunker di Rebibbia il prossimo 4 dicembre, vedrà sul banco degli imputati il nigeriano Alinno Chima, il senegalese Mamadou Gara, detto Paco, il ghanese Yusef Salia, e l’altro senegalese, Brian Minthe. Violenza sessuale di gruppo, omicidio volontario, oltre alla cessione e alla somministrazione di droga a minori, i reati contestati dalla procura di Roma, la cui impostazione accusatoria è stata recepita ‘in toto’ dal giudice.

Secondo l’aggiunto, Maria Monteleone e il pm Stefano Pizza, i quattro avrebbero abusato a turno della ragazza, dopo averle fatto assumere un mix di droghe che ne hanno provocato la morte. Ad incastrarli ci sarebbero anche tracce dei Dna trovate dagli investigatori sul corpo della ragazza. Per questa vicenda, Comune di Roma, Regione Lazio e le associazioni ‘Insieme con Marianna’ e ‘Bont’t worry- Noi possiamo Onlus’ si sono costituite parti civili.

“Il nostro dolore non si potrà mai calmare. Nessuna sentenza ci restituirà mai la nostra Desirée”. E’ quanto afferma la nonna materna di Desirée, lasciando il tribunale di Roma, dopo la decisione del GUP, Clementina Forleo.


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