“La vittoria di Pirro dei sostenitori della Famiglia Milosevic”

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TERRACINA – Credo che soprattutto nella difficoltà umana prima che politica io debba trovare le ragioni e il coraggio (che non mi manca) per un’analisi critica di commento a quanto di negativo il 5 giugno scorso ha rappresentato per me e per la lista civica Sì Cambia.

Non ho intenzione di accampare scuse, di addossare responsabilità ad altri perchè non ce ne sono, mi assumo invece l’intera responsabilità dell’insuccesso elettorale, dopo le soddisfacenti perfomance ottenute alle provinciali, regionali e comunali degli scorsi anni.

Ringrazio di cuore chi ha voluto condividere con me l’avventura terracinese, ben sapendo che dopo la mia decisione di non correre per la carica di sindaco di problemi organizzativi e di consenso ne avremmo dovuti affrontare in quantità industriale.

Così come si è verificato in seguito.

Non rinnego la scelta fatta di entrare nel gruppo che ha sostenuto Gianluca Corradini, che non conoscevo e che nei miei confronti si è dimostrata persona squisita e disponibile: politicamente e sul lato umano.

Elementi fondamentali per essere a capo di una coalizione che ha la legittima ambizione di governare una Città importante come Terracina.

Con il 5 di giugno si è certamente palesata una battuta di arresto, che in queste ore è stata metabolizzata velocemente rendendo tutti quelli che credono nella possibilità di avere un’amministrazione a guida Corradini forte e pronta nell’affrontare senza indugi o remore la battaglia finale.

Del resto i dati usciti dalle urne del primo turno parlano chiaro: l’alleanza avversa ha prodotto il massimo dello sforzo sostenibile, aiutata anche da diversi franchi tiratori e non potrà fisiologicamente che imboccare la sua parabola discendente.

I sostenitori del “cantiere” dovranno essere in grado di riportare nei seggi tutti quelli che si sono espressi con una croce sui loro simboli, dovranno poi riproporre con lo stesso successo i loro vuoti slogan, che pure sono stati oltremodo premianti, ma che rimangono senza alcun senso culturale, politico e di prospettiva amministrativa.

E non sarà un esercizio facile.

Come non sarà esercizio agevole per la coalizione di Corradini.

E manifesto però pronosticare con gli scenari che si stanno evolvendo a livello regionale e nazionale, che con i “cantieristi” e le loro paranoie contro gli usurpatori forestieri, Terracina andrà verso l’isolamento dai tavoli decisionali che contano.

Una loro vittoria il 19 giugno spalancherà alla città il gioioso isolamento autarchico che non farà avanzare di un millimetro il benessere dell’intero territorio comunale.

Il cittadino terracinese finirà nel consegnare le “fedi d’oro” per poi vedere in ogni modo il Comune sprofondare in ambito economico e sociale.

Per tutti noi sarà un’autarchia fuori dalla storia e condannata dalla storia nei tempi andati, con una Città fuori dai progetti delle  “economie di comprensorio” che sono oggi gli unici che possono far ottenere servizi pubblici di eccellenza alle popolazioni che vi aderiscono.

Se le urne hanno santificato oltre 1.000 voti in più ai “cantieristi” sulla coalizione di Corradini  è altrettanto vero del flop elettorale dell’ex  vice sindaco Sciscione, fermo al terzo posto nella sua lista con 208 preferenze.

Questa discesa negli inferi è la dimostrazione che il “suo” elettorato, quello che l’ha portato a sfiorare la vittoria al ballottaggio del 2011 proprio contro Procaccini, l’ha letteralmente abbandonato.

E sono sicura che ieri come oggi migliaia di Terracinesi non vogliono essere governati da alcun membro della “Famiglia Milosevic”, giovine o antico che sia.

Il tutto in peritura memoria  dei circa 11 mila voti raccolti da Sciscione nel 2011, che indicavano chiaramente la contrarietà alla “Famiglia Milosevic”.

Ma questo è un argomento che avremo modo di affrontare e chiarire meglio nei prossimi giorni.

 

Gina Cetrone

Alleanza per Corradini Sindaco di Terracina

 


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