L’angolo delle curiosità: Arte

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L’uomo primitivo trascese la sua condizione di bruto quando offrì la prima ghirlanda alla sua fanciulla. Elevandosi al di sopra dei bisogni naturali primitivi, egli si fece umano. Quando intuì            l’uso che si poteva fare dell’inutile, l’uomo fece il suo ingresso nel regno dell’arte.                                                                     Kakuzo Okakura  

Gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti, che si trovano nel Palazzo Pubblico di Siena (anni trenta del XIV secolo)  secondo lo storico dell’arte Antonio Paolucci, sono un manifesto politico. Il pittore ha voluto raccontare gli effetti del Buon Governo, mettendoli a confronto con quelli nefasti del Cattivo Governo. 

         Il capolavoro di Beato Angelico, che si conserva nel Museo diocesano di Cortona, è l’Annunciazione della Vergine. In questo dipinto è possibile riscontrare il paesaggio del lago oltre il quale si scorge Castiglione con le sue case e torri assiepate.

         Masaccio nell’affresco Pagamento del Tributo (circa 1425) collocato nella Cappella Brancacci in Santa Maria del Carmine a Firenze,  ha dipinto tra l’altro un paesaggio dove incombe sulla valle dell’Arno, il massiccio del Pratomagno, una montagna vasta, imponente dai profili tondeggianti che sembra dominare le terre di Toscana.

         Luca Signorelli da Cortona (1445 ca-1523), «pittore eccellente» come lo chiama Giorgio Vasari, deve la sua fama agli affreschi nella cappella S. Brizio nel duomo di Orvieto, realizzati negli anni 1499-1503. Uno di questi è intitolato Risurrezione della carne e si sviluppa su due piani. L’artista rende con cruda evidenza il contrasto tra le ossa secche degli scheletri e gli splenditi corpi nudi delle persone risuscitate.

Le spoglie dell’artista Beato Angelico, patrono universale degli artisti, si trovano presso la chiesa di Santa Maria Sopra la Minerva, nel rione Pigna a Roma, che è una delle poche testimonianze dell’architettura gotica nell’Urbe. Sotto l’altare maggiore della basilica si trova la tomba di Santa Caterina da Siena

Rembrandt, «il pittore dell’anima» conobbe nell’arco della sua vita un periodo di successo, fama, ricchezza e onori (fino al 1642, anno della morte prematura dell’amata moglie Saskia) e un periodo doloroso di abbandono  e indigenza, tanto che tutti i suoi beni dovettero essere venduti all’asta (1656.57). Morì povero e dimenticato.

Il pittore e incisore Albrecht Dürer, amico e seguace di Martin Lutero, è stato definito dal critico e storico svizzero della letteratura Reto Roedel «il più altro rappresentante dell’arte e della cultura del Rinascimento del nord… uno dei maggioro artisti che l’umanità abbia avuto… Poeta e pensatore dalle grandi visioni, oltre che pittore, osservatore rigoroso, matematico».

Erasmo da Rotterdam, contemporaneo di Albrecht Dürer e suo estimatore, lo elogiò paragonandolo al pittore greco Apelle del IV secolo a.C., celebre fra le altre cose per l’abilità nell’uso del colore (lo stesso Botticelli pare essersi a lui ispirato) e dicendo che Dürer «aveva saputo raggiungere nell’arte “delle linee nere”, i medesimi splendidi risultati che il pittore greco aveva raggiunto con l’aiuto del colore».

 

 


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