“Moonlight” indaga sulla vita introspettiva di un nero dall’infanzia alla maturità

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(Questa sera, alle 21.10, su RAI MOVIE)

Titolo: Moonlight

Regia: Barry Jenkins

Soggetto: Tarrell Alvin McCraney (dall’opera In Moonlight Black Boys Look Blue)

Sceneggiatura: Barry Jenkins

Musiche: Nicholas Britell

Produzione Paese: USA 2016

Cast: Trevante Rhodes, André Holland, Janelle Monàe, Ashton Sanders, Jharrel Jerome, Alex Hibbert, Jaden Piner, Naomie Harris, Mahershala Ali, Patrick Decile, […]

 “Moonlight”  racconta la storia di Chiron, un uomo nero gay a partire dalla sua infanzia, la cui “pelle sotto i raggi della luna diventa blu, e la sua narrazione è tratta dall’opera teatrale “In Moonlight Black Boys Look Blue” di Tarrell Alvin McCraney.

Il film, con attori tutti neri, è suddiviso in tre capitoli disposti in ordine cronologico:

“i. Piccolo” è il soprannome di Chiron che gli veniva dato quando ancora era un bambino (Alex Hibbert) taciturno, timido e timoroso, che si chiedeva e chiedeva cosa volesse significare essere chiamato “frocio”, “una parola usata per offendere un gay”.

“ii. Chiron”, quando, diventato adolescente (Ashton Sanders), Chiron scoprì di essere gay in un incontro passionale con un suo compagno di scuola Kevin (Jharrel Jerome), in riva al mare sotto i riflettori della luna.

“iii. Black”, quando Chiron, ormai già adulto (Trevante Rhodes), andava inconsapevolmente alla ricerca del suo primo amore Kevin (André Holland).

Chiron vive in un ambiente degradato dove i bulli “la fanno da padroni” e la droga circola liberamente senza impedimento. In aggiunta, vive solo con sua madre Paula (Naomie Harris), che si droga e che, quando si prostituisce per tirare a campare, lo butta fuori di casa.

Succede che, un giorno, Chiron, per sfuggire alla violenza di alcuni bambini prepotenti, incontra Juan (Mahershala Ali), uno spacciatore di droga che lo prende a ben volere e lo porta a casa sua, dove viene accolto amorevolmente da Teresa (Janelle Monàe), la bella e affabile compagna di Juan.

Qui, Chiron trova l’amore, l’affetto e la tranquillità che la madre non riesce ad manifestargli a causa del suo stato disagiato e manifestamente esecrabile, e per niente educativo. E, al tempo stesso, Chiron vede in Juan la figura paterna che gli manca e che gli dà degli insegnamenti: “A un certo punto dovrai decidere da solo chi vuoi diventare. Non lasciare che qualcuno decida per te”, che egli recepisce alla lettera, comportandosi quando diventerà adulto come lui.

“Moonlight”  è ben diretto da Barry Jenkins, che è al suo secondo lungometraggio, perché, attraverso la precisa esposizione dei concisi ma significativi e profondi dialoghi, la rappresentazione dei primi piani che evidenziano il susseguirsi dei momentanei stati emotivi dei personaggi e la descrizione lenta degli avvenimenti e dei comportamenti, riesce a trasmettere allo spettatore la concezione che sono le azioni che commettiamo o che riceviamo in alcuni momenti della nostra vita che ci orientano nelle scelte future. Azioni e scelte che dipendono anche dall’ambiente in cui si nasce e si vive e dalle persone sia positive che negative che si incontrano casualmente. Al tempo stesso, mette in evidenza il significato di amore di un figlio verso la propria madre, amore che non viene screditato e sminuito dal comportamento indecente e licenzioso di costei: “amor, ch’a nullo amato amar perdona” prendendo in prestito, anche se in modo improprio, il famoso verso del V canto dell’Inferno dantesco.

Il film ha ottenuto tre premi Oscar 2017, tra cui quello per Miglior film (per la prima volta durante l’assegnazione del Premio fu commessa una gaffe in quanto era stato annunciato il Premio Oscar 2017 per Miglior film alla pellicola ”La La Land!”), un Golden Globes 2017 per Miglior film drammatico, il London Critics Circle Film Awards 2017 a Mahershala Ali per Miglior attore non protagonista e quattro Nomination al BAFTA 2017.

Filmografia

Medicine for Malancholy (2008).

(Recensione scritta e pubblicata nel sito “Tutto sul cinema italiano” il giorno 11 marzo 2017).

FRancesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).