LATINA – Non chiamatelo accordo: quella fra Pd ed Lbc è una presa in giro agli elettori di Latina Non è neanche un inciucio. E’ una schifezza politica quella che lorsignori chiamano accordo.

Sostanzialmente perché poggia su basi che nulla hanno a che vedere con la buona politica e con una visione strategica dei prossimi anni.

Si vota tra un anno e poco più, a Latina. L’esperienza Coletta verrà ricordata per aver cambiato il nome ai giardinetti, dichiarando guerra ad una Storia che può anche non piacere ma è la nostra, e per aver appaltato la politica della seconda città del Lazio alla Regione guidata da Nicola Zingaretti.

Come spiegare altrimenti, del resto, la presenza di ben due assessori inviati da via Cristoforo Colombo? Silvio Di Francia e la ragazza indicata dal Pd di cui ignoro nome e storia sono, infatti, del tutto estranei al tessuto sociale e politico della nostra città. Come se una grande comunità come la nostra non fosse in grado di esprimere nomi, storie, competenze, eccellenze.

Il Pd arriva a questo accordo avendolo subito più che desiderato. Questa è almeno la nostra sensazione ché, se l’obiettivo fosse stato quello di costruire di qui alle elezioni un progetto serio da contrapporre alla destra, un grande partito avrebbe offerto nomi di alto profilo per il proprio ingresso in Giunta. Se la richiesta è, come pare di capire, la delega ai lavori pubblici perché non indicare Sandra Caputi? Un Donna che certamente ha contezza di come funziona la macchina amministrativa assai più di un giovane ed assai modesto architetto. Lasciando a casa, fra l’altro, personalità che hanno un peso elettorale come Omar Sarubbo e Mauro Visari, ad esempio.

Il Pd, insomma, ha perso una occasione per far politica e per entrare in grande stile in una Giunta che lo vede assente da venticinque anni. Una piccola vita.

In Lbc, invece, la situazione è addirittura peggiore. Un vietnam . Sostanzialmente, il movimento civico creato ex abrupto da Coletta alle scorse amministrative, non esiste più. Appare, piuttosto, come una federazione di tante sigle e siglette che nulla hanno in comune sul piano dei valori e della politica nazionale.

Pensate a Nino Leotta, per esempio. Egli si dice un militante di Rifondazione Comunista, ma (s)governa con Celina Mattei, l’architetto reduce dalla Leopolda10 e che s’è iscritta a quella Italia Viva che , a Roma, non vuol governare né con l’estrema sinistra né coi grillini.

Peccato che la Mattei, renzianissima, governi insieme alla Dott.ssa Ciolfi, fan scatenata di Giggino Di Maio e che non s’è persa la convention napoletana della Casaleggio e Associati.

Questo è il quadro. Confuso? Magari, questa è roba da luminari della psichiatria o, più opportunamente, da treno bianco direzione Lourdes.

La destra può fare campagna elettorale stando al bar, all’osteria o al mare ché la vittoria è già nelle cose.


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Sono laureato in Scienza della Politica con tesi dal titolo: ”L’eccezionale: Storia istituzionale della V Repubblica francese”. Socialista liberale libertario e radicale. Mi sono sempre occupato di politica e comunicazione politica collaborando a campagne elettorali e referendarie. Ho sempre avuto una passione per il giornalismo d’opinione e in News-24 ho trovato un approdo naturale dove poter esprimere liberamente le mie idee anche se non coincidono sempre con la linea editoriale della testata. Ma questo è il sale della democrazia e il bello della libertà d’opinione.