Omaggio a Toni Morrison – Premio Nobel – (1993)

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Se tutto ciò che faccio quando scrivo romanzi (o qualsiasi altra cosa scriva) non parla del villaggio o della comunità o di voi, allora non parla di niente. […] Trovo che l’arte migliore sia politica, e che si debba essere capaci di renderla al contempo indubbiamente politica e irrevocabilmente bella…

La scrittrice Toni Morrison, che si chiamava Chloe Anthony Wofford, nata a Lorain, in Ohio, da una famiglia nera appartenente alla classe operaia, il 18 febbraio 1931, è morta a New York il 6 agosto 2019. Ha compiuto studi universitari prediligendo l’ambito letterario.

Nel 1965 ha lavorato presso la casa editrice Random House di New York come editor, curando le opere di diversi autori afroamericani e divenne una delle voci critiche più importanti di questa cultura.

È stata la prima scrittrice statunitense afroamericana a vincere il prestigioso Premio Nobel della Letteratura nel 1993. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, l’ha definita «tesoro nazionale». Per l’America è stata un significativo simbolo della parità dei diritti fra bianchi e neri.

Nei suoi romanzi ha denunciato il razzismo e ha anticipato i grandi tempi (e temi) legati alle migrazioni e alla paura dell’altro. Un’autrice che ha saputo come pochi rendere giustizia agli umili, ai perdenti e ai dimenticati, mescolando magia e antiche tradizioni.

L’occhio più azzurro (1940), romanzo d’esordio pubblicato quando lavorava come redattrice presso la Random House, è centrato sul tema di una ragazzina nera che l’ambiente sociale e culturale porta a sentirsi “brutta” e “diversa” e sogna di avere gli occhi di Shirley Temple perché “crede a quello che il mondo dei bianchi ma anche dei neri, dice di lei”.

Tra le sue opere maggiori va ricordato Il canto di Salomone (1977), un romanzo di formazione, in bilico tra il reale e il fantastico, in cui la storia, i sogni, i desideri, il mito e le tradizioni sviluppano un’epica vicenda corale che ha per protagonista una famiglia afroamericana del Michigan, in un arco temporale che va dagli anni trenta fino agli anni sessanta del Novecento.

Con Amatissima, pubblicato nel 1987, vince il Premio Pulitzer dedicato agli oltre sessanta milioni di schiavi morti durante il “Middle Passage”, la traversata dell’Atlantico compiuta dalle navi negriere. La scrittrice prende lo spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto nel 1885, di cui trova notizie mentre è impegnata a curare un’antologia di documenti di trecento anni di storia afroamericana.

In questo romanzo duro e straziante, la scrittrice statunitense racconta la drammatica storia di una donna schiava, Seth, fuggita al Nord dai suoi padroni, per raggiungere la madre di suo marito e i suoi figli lasciati in custodia alla vecchia Baby Suggs, schiava che ha trovato la libertà.

Atri romanzi, Sula (1972), Jazz (1992), Paradiso (1999), testimoniano come Morrison abbia saputo, con un linguaggio accurato e suggestivo, rendere giustizia ai dimenticati della storia, gli schiavi, agli umili, ai perdenti traendo lo spunto ed ispirazione dalle creazioni verbali e musicali dei neri d’America, intrecciando realtà e magia, leggende e memorie dalla cultura afroamericana.   

Nel suo ultimo romanzo, Prima i bambini, affronta una dura storia d’infanzia fra dolore e razzismo. Uscito in traduzione italiana, nel 2015, presso l’editore Frassinelli che pubblica le sue opere nel nostro Paese, questo romanzo riprende i temi della sua opera d’esordio in modo ancora più drammatico e provocatorio.

Toni Morrison è stata una delle voci migliori della letteratura nera.

 


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