“Otzi e il mistero del tempo”, una coinvolgente commedia fantasy tutta nazionale per giovanissimi spettatori – da giovedì 25 giugno su RaiPlay

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Titolo: Otzi e il mistero del tempo

Regia: Gabriele Pignotta

Soggetto: Carlo Longo, Manuela Cacciamani

Sceneggaitura: Carlo Longo, Davide Orsini, Giacomo Martelli

Musiche originali: Stefano Switala

Produzione Paese: Italia, 2018

Cast: Michael Smiley, Diego Del Piano, Alessandra Mastronardi, Amelia Bradley, Judah Cousin, Vinico Marchioni, Deirdre Mullins, […]

Otzi e il mistero del tempo (uno degli otto film in esclusiva su Rai Play) è una commedia fantasy per giovanissimi spettatori che racconta una storia immaginaria di avventura da raccontare ai propri figli, come dice Manuela Cacciamanni, che ne ha scritto il soggetto assieme a Carlo Longo. Otzi e il mistero del tempo è un film che, come una fiaba, risulta con semplicità e senza tanto frastuono molto istruttiva per i giovanissimi e trasmette ad essi un importante messaggio: La paura è nemica, il tempo è sempre amico, e che, al tempo stesso, bisogna affidarsi sempre al sentimento e credere nella magia perché c’è sempre stata la magia nel mondo. Magia, però, che manifesta il desiderio ancestrale di sapere e di conoscere e quindi della ricerca, desiderio che va catalizzato soprattutto nei giovanissimi.

Kip (Diego Del Piano) è un ragazzo come tanti, intelligente, curioso e sensibile, che tra non molto traslocherà dall’infanzia alla preadolescenza passando dalla fase del concreto a quella dell’astrazione. Nella settimana che precede il trasferimento col padre Carl (Vinicio Marchioni) da Bolzano a Dublino, Kip con i suoi due fraterni amici vive un’esperienza straordinariamente emozionante. Quando si reca al Museo archeologico di Bolzano a salutare la mummia Ötzi per l’ultima volta, accade qualcosa di sorprendente: Ötzi (Michael Smiley) si risveglia dal suo lungo letargo, cominciando a rigenerarsi e acquisire la sua forma corporea originaria. Mentre Ötzi, in incognito, traslocherà d’un balzo nel ventunesimo secolo, Kip avrà sentore dell’Età del rame e scoprirà così che il tempo che trascorre velocemente senza mai arrestarsi può essere un magico ma sconvolgente alleato. Inseguiti per i boschi e le montagne dell’Alto Adige, Ötzi e i suoi giovani amici andranno incontro a imprevisti e rischi, arrivando a lottare il male e, in questo agire, a superare le proprie paure e insicurezze infantili.

A volte il tempo – sostiene il regista –  è davvero un mistero. Lo stesso mistero che avvolge la storia dell’Uomo del Similaun, Otzi, il protagonista del nostro film. Abbiamo amato l’idea di riportare in vita dopo 5000 anni questo homo sapiens dell’età del rame (famoso in tutto il continente) e di farlo interagire con il mondo di oggi e soprattutto con i tre bambini protagonisti del film con i quali Ötzi instaura una profonda amicizia. Il nostro desiderio era dar vita ad una grande avventura, una storia di discendenza familiare avvolta nella magia degli sciamani. Ma volevamo raccontare anche una storia di amicizia e di valori, come il coraggio, che si trasmettono di generazione in generazione rimanendo i pilastri della nostra esistenza. L’ambizione è portare i bambini dentro un viaggio fantastico che parte da un importantissimo ritrovamento archeologico e si trasforma in una bellissima avventura umana che arriva dritta al cuore dei nostri piccoli spettatori”. E  del tempo e della sua concezione, c’è un legame sottinteso tra il film e quel che scrive lo scrittore siciliano Vitaliano Brancati, in Paolo il caldo: Ho l’impressione che quello che noi chiamiamo presente sia la coscienza che abbiamo di uno spazio limitato della realtà. La realtà è smisurata, immobile ed eterna. Noi passiamo, come i ciechi, la punta del dito sulla riga dei fatti e ogni volta che ne percepiamo uno, diciamo che sta accadendo. Ho l’impressione che la mia futura giovinezza, la mia maturità, la mia vecchiezza e la mia morte esistano già e da sempre, e che io me ne vada accorgendo progressivamente. La successione del tempo è l’incapacità di raccogliere tutto in un solo sguardo: la realtà penetra a goccia a goccia nel nostro essere.

La scoperta di questa mummia di un uomo – homo sapiens sapiens (conosciuto come Mummia del Similaun o Uomo venuto dal ghiaccio, a cui è stato dedicato un asteroide con il nome 5803 Otzi) di oltre 5200 anni fa -, è avvenuta il 19 settembre 1991. In perfetto stato di conservazione grazie alle favorevoli condizioni climatiche all’interno del ghiacciaio in cui è stato rinvenuta, Otzi è stata usata come espediente fantasioso di contrazione del lungo lasso di tempo che lo separa da noi. Ed è su questo espediente che è basato il film, espediente che si fonda su una manifesta sensazione umana rappresentata dalla perfida strega Gelica (Alessandra Mastronardi) che, rappresentando il male eterno che si oppone al bene, vorrebbe fermare il tempo che scorre velocemente.

“Il film guarda al cinema per famiglie degli anni Ottanta, quello che, lontano dalla tecnologia, con protagonisti ragazzini senza cellulari né social, proponeva luoghi fiabeschi, puri, dominati dalla fantasia – racconta il regista. L’ambizione è di portare i bambini dentro un viaggio fantastico che parte da un importantissimo ritrovamento archeologico e si trasforma in una bellissima avventura umana che arriva dritta al cuore dei nostri piccoli spettatori”.

“Il genere puro è sempre stata la mia passione – dichiara Manuela Cacciamani.  Abbiamo avuto il coraggio di andare dritti e senza esitazioni su un prodotto Fantasy, Family e Adventures.  Questo film è per i nostri bambini e per le famiglie, e con il Premio conseguito al Giffoni Film Festival nel 2018 abbiamo dimostrato che anche un film di produzione Italiana può catturare il loro entusiasmo”.

Ötzi e il mistero del tempo, infatti, è risultato vincitore nella sezione “Elements +6” al Giffoni Film Festival 2018 votato da una giuria composta da più di 1000 ragazzi.

Filmografia

Ti sposo ma non troppo (2014), Pequeños Hermanos (2015), Un’altra storia (TV, 2013-14), Ancora un’altra storia (TV, 2013-14), L’amore che vorrei (TV, 2013-14).

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).