Ponza di una volta, la giovane Sofia Loren seduta al bar Amato in piazzetta

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ll Caffè Amato era un locale importante e ricercato nella Ponza degli anni Cinquanta.
La posizione ideale in piazzetta aumentava l’interesse dei clienti, per i turisti era un punto di riferimento.
Era gestito con polso fermo dal proprietario che aveva trasferito nella struttura le regole di disciplina che vigevano nella Marina Militare italiana. Amato aveva trascorso lunghi anni in qualità di sottufficiale, guadagnando encomi e decorazioni.
I vacanzieri più danarosi frequentavano con piacere il bar, gustavano un caffè eccellente, trovando una certa eleganza che non guastava. Il maresciallo Amato controllava tutto personalmente, dall’amministrazione al comportamento dei dipendenti.
Il figlio svolgeva la professione di avvocato ma non disdegnava di servire ai tavoli all’aperto quando gli impegni lavorativi glielo consentivano.
Nel 1952 era presente a Ponza un gruppo di cineasti della casa di produzione Titanus per girare il film Africa sotto i mari. Tra i protagonisti Sofia Scicolone – in arte Sofia Lazzaro – poi divenuta la famosissima Loren, col nome di Sophia. A soli 18 anni era molto attiva, impegnata da tempo nel mondo dello spettacolo.
Un giorno l’attrice prese posto al Caffè Amato insieme ad alcuni colleghi che ordinarono delle bevande dissetanti. Il maresciallo Amato, ritenendo questi clienti delle persone importanti, volle servire personalmente. Prese il vassoio con le consumazioni e si diresse verso il tavolo, a causa della sua età avanzata gli tremavano le mani, i bicchieri tintinnano e Sofia disse: “Faccio io, faccio io”.
Fece finta di prendere la guantiera, ma in effetti non lo fece e tutto precipitò a terra.
Il buon Amato intuì che si trattava di uno scherzo di cattivo gusto e si rivolse all’attrice in modo duro e perentorio, come quando comandava i suoi marinai. In stretto dialetto isolano Amato – infuriato – pose anche in dubbio l’onorabilità della ragazza.
Sofia – napoletana – capì perfettamente il senso delle parole ma non reagì. Pagò i danni e con un forzato sorriso si diresse verso Punta Bianca.


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.