Titolo: Prima danza, poi pensa – Alla ricerca di Beckett
Titolo originale: Dance First
Genere: biografico
Durata: 100 min
Regia: James Marsh
Sceneggiatura: Neil Forsyth
Produzione Paese: USA, 2023
Cast: Gabriel Byrne, Aidan Gillen, Sandrine Bonnaire, Fionn O’Shea, Maxine Peake, Bronagh Gallagher, Léonie Lojkine, Caroline Boulton, Gráinne Good, Lisa Dwyer Hogg, Maxine Peake, Robert Aramayo, Barry O’Connor, […]
Prima danza, poi pensa – Alla ricerca di Beckett è un film biografico, diretto da James Marsh, che descrive le varie fasi della vita del drammaturgo irlandese Samuel Beckett (Gabriel Byrne da adulto, Fionn O’Shea da giovane ), a partire dall’infanzia in Irlanda, periodo in cui i suoi rapporti con il padre (Barry O’Connor) si manifestano formativi, affettuosi e piacevoli mentre quelli con la madre sono deleteri, bruschi e repulsivi, in quanto si sente soffocato e umiliato. Dopo la morte del padre, infatti, per questa disarmonia familiare Samuel è indotto a trasferirsi a Parigi. Qui conosce lo scrittore James Joyce (Aidan Gillen) con il quale collabora fino all’internamento in manicomio della figlia di costui, Lucia (Gráinne Good), in quanto “pazza. Dallo scrittore modernista, Beckett riceve alcuni input che forse gli daranno la profonda e originale verve di drammaturgo (Quello che è più importante non è ciò che scriviamo ma come lo scriviamo. Tu hai detto, prima danza, poi pensa; oppure “Dobbiamo scrivere pericolosamente. Un libro non si programma, prende forma quando lo scrivi, plasmandolo sulla propria emotività); input derivanti anche dall’insensibilità della madre e dalla delusione provata quando l’aquilone rosso, con cui giocava assieme all’amato padre, dopo essere stato sospeso a volteggiare liberamente nell’aria, cadeva irrimediabilmente a terra. Forse vedeva in quell’aquilone lo svolgersi della vita e nel filo che lo legava al suolo solo un’assurdità, un non-sense, un non senso della vita, un’attesa vana come quella di Godot, che lo induce a ripensare la condizione umana e a riflettere su di essa, perché vede l’esistenza priva di scopo e di significato e il rapporto tra gli esseri umani sempre più scadente.
In seguito al’accoltellamento al petto senza motivazione ricevuto da un certo Prudent, il quale, poi, in tribunale, alla domanda perché lo abbia fatto, risponde “Je ne sais pas, Monsieur. Je m’excuse” (Non so, Signore. Io mi scuso), si innamora di Suzanne Dechevaux-Dumesnil (Sandrine Bonnaire) assieme alla quale combatte coraggiosamente per la Resistenza francese durante la II Guerra Mondiale, e che in seguito sposa con rito civile. E in quegli anni funesti “nonostante la tragedia nessuno poteva spegnere le stelle”. Dopo qualche anno la fine del disastro mondiale, infatti, inizia la sua ascesa letteraria, grazie al suo capolavoro Aspettando Godot (En attendant Godot, 1952), che lo porta a intraprendere una relazione amorosa con la traduttrice e critica letteraria Barbara Bray (Maxine Peake). Nel 1969 viene insignito del Premio Nobel per la letteratura – considerato, a suo dire, una catastrofe perché ne avrebbe compromesso la sua riservatezza – ed è da questo episodio che inizia il film. Ricevuta la busta del Premio, Beckett, senza dare spiegazione alcuna, sale maldestramente su una scala metallica che lo porta in un luogo isolato, tetro, indefinito, dove, turbato dai rimpianti, inizia un dialogo con il suo alter ego, intraprendendo “un viaggio dentro la sua vergogna”, e s’interroga, a causa dell’afflizione causata dai sensi di colpa, su chi possa essere il migliore destinatario del denaro del premio per farsi perdonare (la madre, Lucia, Suzanne, ecc. ?). Alla fine, per non fare differenze tra tutti coloro che aveva conosciuto e con cui aveva avuto dei rapporti di affetto o di stima, preferisce assegnarlo al Trinity College di Dublino, dove dapprima era stato studente e poi docente.
Il regista James Marsh, divenuto famoso per il film La teoria del tutto (2014), pur avvalendosi dell’ottima sceneggiatura, non riesce a far definire, pur riconoscendo l’indiscussa bravura in maniera netta e decisa di Gabriel Byrne, la grande personalità di Beckett in modo da farlo avvicinare al grande pubblico, così come fece in maniera efficace per Stephen Hawking, la cui interpretazione valse l’Oscar all’attore protagonista Eddie Redmayne. Tant’è che la vitalità iniziale della narrazione filmica, corrispondente alla giovinezza di Beckett che risulta coinvolgente, si trasforma nella seconda parte in lentezza apatica.
Il film è stato proiettato in chiusura del LXXI Festival di San Sebastian, e presentato al XLI TFF – Torino Film Festival.
Filmografia
The King (2005), Main on Wire – Un uomo tra le torri (2008), Project Nim (2011), Doppio gioco (2012), La teoria del tutto (2014), Il mistero di Donald C. (2018), King of Thieves (2018).
Francesco Giuliano
News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.