Rugby e storia, successo per fa presentazione a Latina del libro di Massimo Calandri organizzata dal Panathlon

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Una affollatissima sala conferenze del Circolo Cittadino Sante Palumbo di Latina ha ospitato un evento culturale organizzato dal Panathlon International di Latina. Presenti molte personalità della palla ovale a livello nazionale e pontino, con i ragazzi della formazione under 16 del Latina Rugby molto attenti e preparati a dialogare con i relatori. “Non puoi fidarti di gente così” con l’ex giocatore di rugby Ambrogio Bona presente al meeting con il giornalista Massimo Calandri, autore del libro. E’ la storia della squadra di rugby che sfidò l’apartheid. Nel 1973, il Sudafrica dell’apartheid cerca di rompere il boicottaggio e l’isolamento grazie al rugby, sport di cui è maestro, ma le nazionali di tutto il mondo rifiutano l’invito ad affrontare gli atleti di un Paese razzista. Solo l’Italia accetta, anche se molti dei giocatori convocati rinunciano. Il giornalista e scrittore Massimo Calandri, ha ricostruito quella storia con un preciso lavoro di archivio e con una serie di interviste. La spedizione sudafricana fa scoprire ai giocatori e al grande pubblico la bellezza e le ingiustizie di una terra straordinaria. “Nasce quindi una squadra improbabile – ha spiegato Calandri -, giovane e inesperta, che ha un duplice desiderio: conoscere i campioni di questo gioco e usare lo sport come strumento di fratellanza. L’Italia pone un’unica condizione: incontrare anche i Leopards, team interamente formato da giocatori di colore. L’ex giocatore Ambrogio Bona ha raccontato quella splendida avventura. Lui è stato un eccellente giocatore azzurro di rugby che ha ricordato quei giorni in Sudafrica. ”I sudafricani militavano in tutto il mondo. In campo è stata una crescita continua per noi, l’ Italia ha giocato una partita ogni tre giorni”. Alla fine, nove battaglie in meno di un mese contro giganti molto bravi. Un solo, storico successo: proprio coi Leopards. In sala erano presenti anche gli atleti Paolo Gargiullo e Gilberto Lucchini che hanno partecipato alle partite in Sudafrica. Lo sport può contribuire a cambiare i destini del mondo, lo ha sostenuto più volte Nelson Mandela.


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.