Quando alle 10,00 di stamane si sono presentati presso la Casa Domotica, per la restituzione delle chiavi della struttura per scadenza dei termini del contratto datati febbraio 2020, gli incaricati del Comune di Sabaudia, seguiti di lì a poco dall’assessore alle Politiche Sociali, Pia Schintu, hanno trovato i cancelli sbarrati .
A presidiarli membri dell’associazione paraplegici, alcuni ragazzi fruitori dei servizi alla disabilità e i loro familiari. Presenti anche il consigliere di minoranza Maurizio Lucci e alcuni giornalisti.


Al presidente della Cooperativa “Centro per l’Autonomia – Michele Iacontino Onlus” affidataria del manufatto e gestore dei servizi, Pietro Vittorio Barbieri, la comunicazione dell’Ente era giunta lo scorso 7 aprile, non incontrando certo il favore di assistiti e operatori.


Prima di un eventuale trasferimento volevano, i promotori del sit in, continuare a portare avanti i progetti riabilitativi “Dopo di Noi” e “Io al Centro”, almeno fino al loro naturale completamento, previsto per l’uno nel dicembre 2023, per l’altro nel maggio 2024.

Un atto che, secondo gli affidatari, “colpisce al cuore le persone con disabilità grave che stanno fruendo di servizi caratterizzati da progettazione individualizzata e da un’autentica visione inclusiva, quasi a voler riaffermare che l’unica forma considerata è l’assistenzialismo, e ciò limita la scelta personale delle persone con disabilità”.


Ma non solo, perché lo stesso atto “colpisce anche i lavoratori ed i professionisti che hanno messo a disposizione se stessi, la propria professionalità e la profonda motivazione, nonché i volontari con disabilità particolarmente attivi e chi rappresenta l’unica memoria esistente della cooperativa Diogene da cui l’idea stessa della Casa Domotica prende vita” si legge nella nota diffusa dalle Associazioni, che in un incontro avuto con rappresentanti dell’istituzione locale il 4 agosto 2022 posero le basi di una programmazione, “che oggi ci viene chiesto di interrompere adducendo persino questioni strutturali senza una contestuale, oggettiva e reale verifica dei fatti confutati”.

Da qui la protesta messa in atto stamane all’ingresso dell’immobile sito in zona nord, per chiedere all’amministrazione di rivedere la situazione e di non interrompere il ciclo di prestazioni offerte a vantaggio delle persone con disabilità.

Dopo un serrato confronto con l’assessore Pia Schintu, le chiavi non sono state consegnate e si è addivenuti all’accordo di aprire a breve un tavolo tecnico tra Ente comunale e società affidataria per esaminare dettagliatamente le criticità accumulatesi negli anni.

“Una protesta organizzata per mettere in contrapposizione qualcosa che non è contrapponibile: Amministrazione comunale e portatori di disabilità – ha dichiarato Pia Schintu -. Numerose vicende hanno contribuito ad allungare i tempi di questo atto dovuto da parte dell’Ente, tra cui anche l’emergenza covid e la possibilità di avvio del progetto “Dopo di Noi” residenziale, rimasto, al momento, sulla carta. In qualità di assessore ai servizi sociali ho ritenuto doveroso recarmi all’appuntamento fissato e con me è intervenuta l’assessore alla sanità. In questa situazione dar seguito alla procedura prevista non è stato possibile in quanto l’interesse di un’Amministrazione non è certo operare forzature, semmai sistemare ogni situazione irrisolta nell’interesse di tutta la comunità. La struttura denominata casa demotica ha grandi potenzialità per tutti quei servizi rivolti a chi vive la condizione di disabilità in quanto dotata di spazi sia per attività sociali, motorie, laboratoriali che di spazi alloggiativi propedeutici alla vita indipendente. Queste potenzialità vanno sviluppate al meglio in quanto oltre ad avere rilevanza di pubblica utilità, possono presentare opportunità occupazionali per i nostri giovani.
Un punto tra gli altri molto rilevante è verificare lo stato della struttura per mettere in sicurezza tutte criticità segnalate dalla stessa società di gestione”.

“In ogni caso – ha concluso l’esponente della Giunta Mosca – mi adopererò in qualsiasi modo per districare tutti i nodi che nel tempo si sono accumulati e aprirò un tavolo di confronto con la società affidataria della struttura tenendo, in ogni caso, sempre ben presente che chi ha il compito di amministrare deve agire nel rispetto delle normative che regolano diritti e doveri”.


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