“Scrivo ciò che vedo – Anna Politkovskaja”, una magnifica rappresentazione teatrale sulla libertà di stampa e di pensiero al Teatro Ponchielli di Latina

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Titolo: Scrivo ciò che vedo – Anna Politkovskaja

Adattamento e regia: Nino Bernardini

Soggetto e sceneggiatura: Rosa Manauzzi, Nino Bernardini

Cast: Rose_Marie Avaro, Adriana De Santis, Concetta Feliziani, Fabrizio Giona, Ivana Marchetti, Laura Massei, Rita Parisotto, Sabrina Quattrini, Marisa Spatolisano e Nino Bernardini.

Attualissimo, rilevante e degno di menzione il dramma “Scrivo ciò che vedo – Anna Politkovskaja” diretto da Nino Bernardini, in prima, ieri sera, al teatro Ponchielli di Latina, soprattutto di questi tempi, in cui i venti di guerra si stanno diffondendo e intensificando e il sistema politico volge lo sguardo verso destra. Il tema è dedicato alla giornalista russa Anna Politkovskaja e a tutti coloro che sono morti per la libertà di stampa e di pensiero a salvaguardia della inviolabile dignità umana. Anna Politkovskaja fu uccisa il 7 ottobre di sedici anni fa con quattro proiettili di una Makarov PM, di cui probabilmente l’ultimo alla testa, mentre rientrava nella sua abitazione di Mosca. La sua scomparsa suscitò molto scalpore, diffuso e profondo sdegno e una grande mobilitazione a livello internazionale, che portò all’individuazione e alla condanna di cinque sicari ceceni, ma non dei mandanti che rimangono tutt’ora sconosciuti. Moltissime furono le manifestazioni di protesta contro questo efferato eccidio, tant’è che anche l’ex presidente Mikhail Gorbaciov, scomparso recentemente, fece questa dichiarazione che rappresenta una sintesi della diffusa indignazione: “Si tratta di un crimine selvaggio, commesso contro una giornalista seria e professionale, una donna coraggiosa.  […] È un colpo per tutta la stampa democratica ed indipendente. È un grave crimine contro lo Stato, contro tutti noi. attiviste per i diritti umani e per le libertà”.

Assieme al dramma di Anna Politkovskaja – di cui soggetto e sceneggiatura sono stati scritti da Rosa Manauzzi e Nino Bernardini -, che coinvolge, emoziona e commuove, grazie ad attori appassionati che mostrano bravura pari a quella di attori professionisti, viene tratteggiato anche quello di alcuni di quei giornalisti italiani che hanno perso la vita perché scrivevano ciò che vedevano, cioè la verità in campo e senza alcun dubbio: il ragusano Giovanni Spampinato a 26 anni; il palazzolese Giuseppe Fava a 59 anni; il cinisense Peppino Impastato, a 30 anni, sulla cui tomba è incisa l’epigrafe Rivoluzionario e militante comunista – Assassinato dalla mafia democristiana; la romana Ilaria Alpi a 33 anni; il torinese Mauro Rostagno a 46 anni; la catanese Maria Grazia Cutuli a 39 anni, a cui aggiungerei tra i giovanissimi anche il napoletano Giancarlo Siani ucciso a 26 anni, e tanti altri come lui.

Scrivo ciò che vedo – Anna Politkovskaja” è uno spettacolo che fa nascere sponte sua, scena dopo scena, il desiderio di applaudire senza soluzione di continuità, e che dovrebbe oltrepassare i confini di Latina per la sua valenza altamente didascalica, soprattutto di questi tempi in cui i cittadini si stanno disamorando della democrazia. “Soprattutto i giovani sono poco interessati alla loro forma di governo” – scrive Yascha Mounk nel suo interessante saggio Popolo vs Democrazia – Dalla cittadinanza alla dittatura elettorale –  “e danno meno importanza al fatto di vivere in una democrazia come negli Stati Uniti così anche in nazioni che vanno dalla Svezia all’Australia, e dalla Gran Bretagna ai Paesi Bassi”. E non è un caso che al Ponchielli, ieri sera, c’erano tra il folto pubblico, pochi giovani ad ascoltare quei lamenti che sgorgavano spontanei dall’animo degli attori e che facevano nel contempo rabbrividire e raccapricciare lo spettatore.

Francesco Giuliano

 


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).