Sic Terra Mare di Calafuria: “Serve un progetto concreto”

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LIVORNO – “Per salvare Calafuria serve un turismo non retorico, consapevole e intelligente”. Fine estate e tempo di conteggi per quanto riguarda le presenze dei turisti, tra un nuovo “brand” annunciato dall’amministrazione Salvetti dopo la grande mostra di Modigliani, la cultura e gli eventi. Ma per un’economia del turismo a 360 gradi non possiamo escludere il nostro meraviglioso litorale, e in particolare il Romito e Calafuria, da pochi anni inseriti nel Sic Terra Mare, il Sito di Interesse Comunitario che pone la nostra zona come un’area protetta per la biodiversità. “Abbiamo atteso 20 anni” continua Fabrizio Serena di Arpat e Salviamo il Coralllo di Calafuria “per avere il Sic Terra Mare, adesso è l’amministrazione che deve essere l’attore principale per salvaguardare questo ambiente eccezionale. Adesso che abbiamo il Sic occorre un’azione concreta sulla base di strumenti che già esistono. È inammissibile mettersi alle spalle l’ambiente, purtroppo manca un serio e concreto approccio alle questioni ambientali che invece dovrebbero essere una priorità”. Da salvaguardare oltre al raro Corallo Rosso di Calafuria a rischio per la pesca da riva, ci sono il retroterra con la macchia e la fauna mediterranea, una particolare razza di rondine in via di estinzione per la quale una delle competenze del nuovo Sic di Calafuria è stato assegnato anche alla Lipu, insieme all’Acquario di Livorno e l’Associazione Salviamo il Corallo di Calafuria, che ad oggi sono i tre enti assegnati. E poi ci sono i percorsi storici della zona, dalle vaschine o cave dismesse risalenti al periodo etrusco, i tratti dell’Aurelia Romana a Calignaia, le testimonianze e gli studi sull’antica via Francigena a mare e la Torre di Calafuria, il presidio militare di avvistamento di epoca medievale. inspiegabilmente abbandonato anni fa, dopo il termine dell’assegnazione al compianto maestro di recente scomparso, il pittore e vignettista del Vernacoliere Alberto Fremura. Ciò, nonostante l’antica torre sia stata assegnata attraverso un bando pubblico di due anni fa a una ditta partecipata di Firenze per farne un polo culturale tramite il patrocinio della Regione. Ma da anni ormai la torre è abbandonata, con le transenne appoggiate alle antiche mura. E meglio non stanno le infrastrutture, con pochi servizi e parcheggi e i due ponti sotto continuo monitoraggio, in particolare quello di Calafuria col cantiere aperto da due anni per il controllo e il rifacimento degli intonaci dei piloni di sostegno e del sottomanto stradale rovinati e a rischio per la caduta di materiali sulla testa dei bagnanti. Ma il cantiere rimane aperto senza che i lavori terminino, questo perché “il ponte di Calafuria non è stato inserito nelle priorità” dichiara l’Anas che gestisce i lavori e che quindi ha deciso di dirigere altrove i suoi sforzi. La Torre di Calafuria in particolare viene reclamata come un possibile sito di interesse naturalistico in virtù dal Sic dagli enti competenti, la Lipu, l’Acquario di Livorno, Salviamo il Coralllo di Calafuria e Associazione Costiera di Calafuria, che richiedono ad una voce per la Torre un osservatorio natutaralistico e un centro didattico. Per Giovanni Raimondi dell’Acquario di Livorno una questione, quella dell’assegnazione della torre “che rimane purtroppo molto nebulosa”. “Sono circa 25 mila ogni anno i turisti che vengono a Calafuria per le immersioni, un patrimonio da gestire per il quale serve una programmazione intelligente e una pianificazione completa” denuncia Mario Lupi presidente dell’Associazione Costiera di Calafuria “e una cartellonistica con delle regole ben precise su quello che si può fare o non si può fare. Bisogna partire dalla valorizzazione della nostra costa sud e delle nostre colline”. “Turismo consapevole e sostenibile non deve necessariamente dire interventi impattanti però” chiude Antonio Heusch dell’Associazione Costiera Calafuria e proprietario dell’Hotel Rex al Metamare. Turismo a 360 gradi senza retorica e in maniera sostenibile per salvaguardare un ambiente naturale e storico unico. Il Sic comunitario è un passo importantissimo ma adesso serve una pianificazione concreta, il messaggio è chiaro.

Il Corallo Rosso di Calafuria

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Divento giornalista pubblicista nel 2012 lavorando per Il Tirreno per quattro anni e mezzo nella redazione della cronaca di Livorno, in seguito faccio varie esperienze personali sempre volte ad accrescere la mia esperienza professionale. Ho collaborato con più di un giornale on line, guidandone alcuni, ho lavorato come addetto stampa nel campo della politica, dello sport e dello spettacolo, attualmente affianco la professione giornalistica a quella di scrittore.