Una distopica dissertazione semiseria sul Sars-Cov-2 – potenziale strumento di asservimento dell’umanità?

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L’archeologo e paletnologo australiano Vere Gordon Childe (1892 – 1957) in un articolo Man makes Himself pubblicato in  Nature (24.10.1936) scrisse: … la guerra ci ha aiutato a fare una grande scoperta, che gli uomini si possono addomesticare come gli animali. Si può ridurre in schiavitù un nemico sconfitto invece di ucciderlo: sarà costretto a lavorare in cambio della vita. L’importanza di questa scoperta è stata paragonata a quella dell’addomesticamento degli animali. … La schiavitù nei tempi antichi era alla base dell’industria e un potente strumento di accumulazione di ricchezza.

E adesso qualcosa è cambiato? Forse lo strumento per asservire i popoli nel tempo presente non è soltanto la guerra, che viene spesso usata entro i confini di una nazione, ma a livello globale potrebbe essere “qualcosa” che sostituisca la guerra – per evitare i risultati nefasti delle due guerre mondiali del XX secolo con milioni di vittime -, ma che abbia effetti di asservimento sull’umanità. Tale “qualcosa” potrebbe essere il Sars-Cov-2?

L’osservazione fatta da Gordon Childe ben si adatta, infatti, alle conseguenze prodotte dall’alternanza della clausura e del confinamento (lockdown), a cui è stata costretta e infine abituata la popolazione dei paesi tecnologicamente più avanzati a causa della pandemia Covid-19. Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudineLentamente muore … chi non fa domande sugli argomenti che non conosce – scriveva in una sua poesia il poeta cileno Pablo Neruda (1904 – 1973). E, allora, sfruttando la fantasia e facendo ricorso a romanzi o film di stampo distopico, si potrebbe immaginare l’esistenza di un Big Brother, un Grande Fratello, di orwelliana memoria, che tenga sotto controllo e possa condizionare a proprio piacimento non solo il popolo ma anche i rispettivi governanti costretti, perché incompetenti nelle branche della virologia e dell’epidemiologia, ad affidarsi alle decisioni degli scienziati esperti, pensando che la scienza possa dare risposte adeguate in modo estemporaneo al problema pandemico. Tuttavia, la scienza procede lentamente in quanto le congetture, da cui si deducono conseguenze, possono essere confutate perché la scienza è conoscenza falsificabile come sosteneva il filosofo austriaco Karl Popper (1902-1994) con il suo criterio di falsificabilità. Nel caso di confutazione, infatti, bisogna procedere daccapo partendo da nuove ipotesi e ciò richiede altro tempo. Allora i governanti, non avendo alternative, usano il linguaggio della politica che, come sosteneva George Orwell (1903-1950) nel saggio La politica e la lingua inglese (1945), deve consistere in larga misura di eufemismi, petizioni di principio e semplice fumo negli occhi. Nel frattempo, ciò può dare loro, per serendipità, l’occasione di eseguire delle prove di simulazione riguardo il controllo del popolo tramite la clausura, il coprifuoco, il distanziamento, la chiusura di attività lavorative, la sospensione delle attività culturali e turistiche, ecc., e quindi il suo asservimento. Per fare questo il linguaggio della politica, in genere, ricorre alla menzogna in modo profondamente cinico. Se non c’è verità, tuttavia, non può esserci libertà perché verità fa rima con libertà. In Diari di guerra (1942) sempre Orwell affermava che tutta la propaganda è menzogna, anche quando dice la verità. E secondo me non è un male, purché uno sappia quello che sta facendo, e perché, come sosteneva in Culture and Democracy (1941),  una delle cose peggiori della società democratica negli ultimi venti anni è la difficoltà di parlare o pensare apertamente.

Se tutto avvenisse così ma anche se ci fosse il solo sospetto, allora lo scetticismo, la ricerca della verità, il non prendere tutto come oro colato da ciò che ci viene propagandato e dalle notizie che provengono anche dai mass–media – che covano disinformazione, fake-news e post-verità -, costituirebbero il migliore vaccino per produrre gli anticorpi necessari per cercare di inibire la manipolazione delle coscienze.

Nel romanzo distopico 1984 George Orwell dando voce a Emmanuel Goldstein, oppositore del Grande Fratello, a riguardo ha scritto: Nessuno ha mai visto il Grande Fratello. È un volto sui manifesti, una voce che viene dal teleschermo. Possiamo essere ragionevolmente certi che non morirà mai. Già adesso non si sa con certezza quando sia nato. Il Grande Fratello è il modo in cui il Partito sceglie di mostrarsi al mondo. Ha la funzione di agire da catalizzatore dell’amore, della paura e della venerazione, tutti sentimenti che è più facile provare per una singola persona che per un’ organizzazione.

Oggi, immaginando che il Sars-Cov-2 possa essere il Grande Fratello orwelliano, la suddetta citazione potrebbe essere adeguata in questo modo: Nessuno ha mai visto il virus Sars-Cov-2 se non al microscopio elettronico in quanto le sue dimensioni infinitesime per l’occhio umano sono comprese tra 50-140 nm (1 nm, simbolo del nanometro, è equivalente ad un milionesimo di millimetro). La sua immagine è sulle riviste, sui giornali, su internet, in televisione. Possiamo essere certi che non scomparirà mai così come altri virus influenzali che, ogni anno, si ripresentano un po’ modificati. Già adesso non si sa con certezza come sia stato creato e quando sia nato e come sia avvenuto l’inizio della sua diffusione. Il Sars-Cov-2 è il modo in cui l’organizzazione fantasma sceglie di mostrarsi al mondo. Ha la funzione di agire come catalizzatore dell’amore, della paura e anche del disprezzo, tutti sentimenti che è più facile provare per una persona singola che per un’organizzazione.

A livello individuale non si fanno forse queste considerazioni, non si provano questi sentimenti? E non viene il dubbio su quale sia la realtà in cui viviamo? Orwell nel citato romanzo 1984 ha scritto: Tu pensi che la realtà sia qualcosa di oggettivo, di esterno, qualcosa che abbia un’esistenza autonoma. Credi anche che la natura della realtà sia di per se stessa evidente. Quando inganni te stesso e pensi di vedere qualcosa, tu presumi che tutti gli altri vedano quello che vedi tu. Ma io ti dico, Winston, che la realtà non è qualcosa di esterno, la realtà esiste solo nella mente, in nessun altro luogo.

Se fosse così allora dovremmo vivere così da non farci asservire, evitando in tutti i modi l’estraneo coinvolgimento sentimentale che fa centro sulla coscienza e aiutandoci con l’immaginazione, nostra fedele compagna di vita. Come diceva il rivoluzionario francese  Maximilien Robespierre (1758 – 1794): la servitù consiste nell’essere costretti a sottomettersi ad una volontà estranea.

Francesco Giuliano

 

 

 


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).