“Vile attacco fascista”, sempre buono per lo spottone

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LATINA – I fascisti, quelli veri, bisogna riconoscerli, altrimenti si rischia di prendere fischi per fiaschi. Di fascisti veri in giro ce ne sono pochi, qualche nostalgico innocuo sessantenne, qualche ragazzotto di Casapound oppure qualcuno di Forza Nuova. Di sicuro nessuno di questi si sognerebbe mai di disegnare su una scuola una svastica al contrario, se fossero stati loro, i fasci veri, l’avrebbero disegnata nel verso giusto. Quello che è successo alla scuola di via Tasso, i muri imbrattati e le scritte, è un atto grave che va stigmatizzato e condannato senza però ricavarci sopra uno spot elettorale fuori contesto come hanno fatto quelli di Lbc.

Il “vile attacco fascista” funziona sempre, soprattutto se ti trovi a Latina già Littoria, però stavolta era meglio parlare di una brutta bravata, senza scomodare l’ideologia e l’intimidazione politica, ma quando di mezzo c’è un selfie nessuno resiste.

Ed allora eccolo il popolo dei nuovi amministratori pronto a pulire, a tagliare il prato, a verniciare. Pronto soprattutto per il selfie finale da inviare nelle redazioni dei giornali. A Joan il volontariato piace, in particolare quando non è ostentato, perchè non si dovrebbe ostentare un’azione fatta per scelta personale, senza obbligo alcuno, perchè potrebbe venire il sospetto che  la scelta non sia stata sincera, ma frutto di un calcolo.


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