FIRENZE – La storia ha fatto il giro del web, suscitando opinioni contrastanti, fra favorevoli alla linea della cooperativa e supporters del lavoratore. La lettera di licenziamento parte da Firenze, dalle sedi della Cooplat, cooperativa con sede in Toscana ma attiva in tutta Italia nel ramo pulizie e sanificazioni.
Carmelo Zacame, il lavoratore coinvolto, prestava servizio a Torino. Il 5 agosto muore il nonno della moglie che, come fa notare Zacame:”Era come mio nonno”. Purtroppo però gli affini (parenti acquisiti) non danno diritto ad un permesso per lutto. Eppure il signor Zacame scrive un messaggio WhatsApp all’azienda comunicando alcuni giorni di assenza per recarsi in Sicilia ai funerali del nonno. Il 28 agosto la Cooplat comunica il licenziamento.
“Mentendo sull’identità del defunto e fruendo di un permesso di cui non aveva diritto ha fatto venire meno il rapporto fiduciario, se ci avesse detto la verità avremmo trovato una soluzione insieme e non avremmo negato la partecipazione al funerale di quello che lui considerava un nonno” fanno sapere da Firenze.
Carmelo Zacame, invece, sostiene che l’azienda abbia voluto punirlo per la sua attività sindacale e adesso con gli avvocati del sindacato ha avviato un procedimento legale contro l’azienda.
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