ITALIA – I casinò e il gioco d’azzardo sono sempre al centro di grandi dibattiti: sottovalutarne l’incidenza sull’economia è impossibile, ma c’è anche grande attenzione verso la promozione solo del gioco responsabile. E chi crede che queste siano tematiche legate solamente all’età contemporanea si sbaglia. È vero: i casinò lussuosi come li conosciamo oggi sono l’emblema della modernità e i giochi online si sono diffusi solo con l’avvento di internet – non di certo prima. Eppure la passione per il gioco nasce ben prima delle slot machine con mille lucine ed effetti sonori, e del poker online.

Il gioco d’azzardo oggi

Per analizzare la popolarità del gioco d’azzardo online oggi, partiamo da dati inconfutabili, partiamo dai numeri. Il mercato del gambling nel 2020 ha raggiunto il valore di 66,72 miliardi di dollari. E le previsioni parlano di 158,20 miliardi di dollari come record da raggiungere entro il 2028. Si tratta di cifre stratosferiche.

A divertirsi online su siti di gioco sono sempre più persone, spinte dalle modalità di accesso ai loro hobby preferiti, alla semplicità di pagamento e al ventaglio di scelta:

  • È possibile giocare d’azzardo comodamente dal divano di casa, a qualsiasi ora, senza recarsi in sfarzosi casinò con rigidi dress code;
  • È possibile depositare denaro tramite bonifico, carta di credito, e-wallet e, addirittura, si possono utilizzare le criptovalute;
  • È possibile scegliere fra un’infinita varietà di giochi: alcune piattaforme offrono oltre 1000 alternative. Oltre ai classici giochi di carte, si trovano varianti innovative e temi e grafiche sempre nuovi.

Internet ha portato il divertimento in casa, ma cosa faceva chi ama giocare alla roulette prima di possedere uno smartphone? Andava al casinò.

I casinò sono luoghi protetti da un’aura di mistero, ed è proprio questo alone che ispira ogni anno i tanti registi che decidono di ambientare le loro pellicole proprio in una sala da gioco. Nei casinò si gioca d’azzardo, ma non finisce qui: nei casinò ciascun appassionato diventa uno stratega delle carte, mette in atto trucchi e imita i più grandi campioni per vincere.

Quindi, se i casinò reali sono i genitori di quelli virtuali, chi sono gli avi?

I casinò ante litteram: le Tabernae Lusoriae

Già nell’antico Egitto, nell’antica Grecia e nell’antica Roma era diffuso il gioco: ogni popolazione ha avuto le sue diverse forme e i suoi luoghi adibiti al divertimento.

A Pompei, per esempio, è possibile trovare traccia delle Tabernae Lusoriae, cioè case da gioco molto simili ai nostri casinò. E a giocare era tutta la popolazione, indipendentemente dal ceto sociale. Sappiamo che Nerone, Caligola e gli imperatori Giulio e Claudio erano appassionatissimi di dadi e lotterie, ma gli affreschi risalenti all’Impero rappresentano davvero persone di ogni rango intente a scommettere.

Il reperto di Pompei è indubbiamente quello meglio conservato: nel locale IV 10 di via Di Mercurio è possibile ammirare affreschi con gioco e premi in bella mostra. Ci sono, poi, raffigurazioni di liti furibonde e, addirittura, del momento in cui i giocatori vengono cacciati dal locale. Si tratta di opere importantissime non solo dal punto di vista artistico, ma anche per capire meglio la storia del gioco d’azzardo.

Analizzando gli affreschi, infatti, è possibile comprendere il ruolo fortemente sociale ricoperto dal gioco ai tempi già dell’antica Roma. Insieme ai dadi non mancavano mai cibo e vino: ecco gli ingredienti del divertimento durante l’Impero.

I giochi più apprezzati

I dadi erano sicuramente il gioco più amato. Erano realizzati in osso nella stragrande maggioranza dei casi, ma potevano anche essere fatti in legno, metallo o avorio. Proprio come quelli che usiamo oggi, avevano un numero da 1 a 6 su ciascuna faccia ed erano lo strumento perfetto per organizzare tornei semplici ma molto divertenti e avvincenti.

Un altro passatempo molto diffuso, poi, erano gli astragali. Il nome deriva dai piccoli ossicini che si trovano nelle zampe posteriori di animali come pecore e montoni. Data la loro peculiare forma, questi ossicini, dopo esser stati lanciati in aria, potevano atterrare sul tavolo creando ben 35 combinazioni di caduta diverse – a ciascuna delle quali veniva dato un punteggio e pure un nome. In seguito, si iniziò a costruire astragali anche in altri materiali, come la terracotta, il piombo e, addirittura, l’oro e l’argento. Come i dadi, anche gli astragali sono grandi protagonisti di diversi affreschi arrivati fino ai giorni nostri.

Attiravano molti giocatori, poi, il ludus latruncolorum (che potrebbe essere considerato un lontano parente della dama) e il duodecim scriptorum (intrattenimento simile al Backgammon).

In un’epoca completamente all’insegna dell’innovazione, può sembrare incredibile che luoghi come i casinò fossero già presenti ai tempi degli antichi Romani – anche se, ovviamente, in forma meno sfarzosa. È il motore alla base che rimane invariato anche con il passare dei secoli: stiamo parlando della passione per il gioco. È cambiato l’aspetto, ma non la sostanza delle Tabernae Lusoriae – e lo sappiamo grazie agli incredibili lavori di scavi archeologici effettuati in aree come la già citata Pompei. Pompei rappresenta una finestra esplorativa, un viaggio nel tempo per scoprire le abitudini di quasi 2000 anni fa: non avevano internet, ma sapevano sicuramente come divertirsi.


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