L’emolitina, una proteina extraterrestre che ha influito sullo sviluppo della vita sulla terra?

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Nel 1990 cadde in Algeria un meteorite chiamato Acfer 086, la cui composizione è stata studiata con uno spettrometro di massa in un laboratorio della Harward University. Ne è derivata la scoperta di un composto che lascia pensare ad una proteina anche se con forti dubbi  (Le proteine sono composti chimici che costituiscono la materia vivente e che si ottengono per polimerizzazione degli amminoacidi, sostanze semplici costituite essenzialmente da carbonio C, azoto N, idrogeno H e ossigeno O, ed altri elementi in misura minore). Tale proteina è stata chiamata emolitina (emolithin) ed è la prima proteina scoperta in un meteorite e quindi la prima proteina proveniente dallo spazio. Nell’emolitina, oltre ai quattro elementi citati, C,N,O,H, sono stati trovati anche litio Li, ferro Fe e un amminoacido, molto noto, come la glicina o glicocolla C2H5NO2 ( un neurotrasmettitore del sistema nervoso centrale),  il più semplice dei 21 amminoacidi presenti nella materia vivente.

L’ipotesi derivante dallo studio dell’università americana, che fa pensare all’origine della vita sulla terra, è che l’emolitina, grazie al caratteristico rapporto delle masse dell’idrogeno e del suo isotopo deuterio, sia antecedente alla formazione del sistema solare risalente a 4,6 miliardi di anni e quindi antecedente alla formazione della terra. Ma la notizia ancora più interessante è che questa struttura possa avere catalizzato la scissione dell’acqua H2O nei suoi due elementi costituenti: idrogeno H e ossigeno O. Dato che l’aria che respiriamo contiene circa il 21% di ossigeno, ciò farebbe pensare che questa proteina abbia potuto avere un’importanza fondamentale riguardo lo sviluppo della vita sulla terra. Se fosse vera tale ipotesi e se si riuscisse a sintetizzare questa molecola, si potrebbe avere dalla scissione dell’acqua gas idrogeno a basso costo. Ciò potrebbe favorire la produzione dei motori a idrogeno che non sarebbero inquinanti in quanto produrebbero soltanto vapore acqueo che non è inquinante. Ma il condizionale è d’obbligo quando si conduce una ricerca!

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).