VENEZIA – E’ stata presentata nella giornata di ieri, 10 settembre, alla 77ma Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la forma di distribuzione digitale del kolossal “Videocatechismo della Chiesa Cattolica”, opera multimediale e multilingue della durata di 25 ore suddivise in 46 episodi, prodotto da Tania Cammarota e Gjon Kolndrekaj. Un’opera artistica unica, realizzata dalla Società CrossInMedia, con il patrocinio del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, sui testi della Libreria Editrice Vaticana, che aiuta a scoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, rivolta a tutti gli uomini del nostro tempo.
Girato con la tecnologia del 4K in 70 Paesi nel mondo, il Videocatechismo ha visto la partecipazione di 60mila persone, in 16mila differenti location. I testi del Catechismo sono stati letti in 37 lingue diverse, mentre 1200 attori in costume hanno ricostruito in fiction scene del Vecchio e del Nuovo Testamento.
La forma di distribuzione online del Videocatechismo va adesso ad arricchire, tramite le nuove tecnologie, l’esigenza di approfondimento su Dio e sul Sacro avvertita dalle nuove generazioni.
La presentazione della nuova forma di distribuzione si è tenuta nel corso di una conferenza stampa presso lo spazio dell’Ente dello Spettacolo all’Hotel Excelsior, con la partecipazione di padre Antonio Spadaro, direttore de “La Civiltà Cattolica”, Mogol, poeta e autore, Gjon Kolndrekaj, regista del Videocatechismo. Presente anche il patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia.
Nel corso dell’incontro è stato evidenziato il valore delle parole a confronto con la Parola, e la complessa opera di “traduzione” delle parole in immagini, come è avvenuto con il Videocatechismo, in cui un testo di oltre 1000 pagine densissimo di concetti è divenuto un film di 25 ore, opera che ha richiesto quasi sei anni di lavoro.
All’evento hanno partecipato anche il sindaco di Maenza, Claudio Sperduti e l’Associazione “Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo di Maenza” i quali hanno consegnato a Mogol la chiave del paese, un mattone in terracotta del 1600, su cui è applicata una chiave sempre del 1600, ciliegie a intarsio con pietre dure e una linea che simboleggia la collina, proprio perché Giulio Mogol ha scritto il brano “La collina dei ciliegi” ed è uno dei testimonial del Videocatechismo che ha visto il Comune di Maenza fare da sfondo alle riprese di questa magnifica opera.
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