Genius Loci

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Genius Loci

 

di Sergio Salvatori

Il titolo del documentario scelto dal regista Matteo Faccenda è: “Genius loci”.  Nella religione romana classica, un genius loci era lo spirito protettivo di un luogo. Nel contesto della teoria dell’architettura moderna, il genius loci è l’insieme delle espressioni socio-culturali, architettoniche e linguistiche che caratterizzano un luogo, un ambiente, una città.  Il documentario conferisce ai paesaggi da lui visitati, Russia, Mongolia, Cina, Nepal e India, un carattere indelebile, che superano “il nuovo limite del visivo”.   La considerazione attenta che cerco di definire è l’efficacia artistica del cineasta, del documentarista e del viaggiatore Matteo Faccenda, in altre parole, un giusto riconoscimento in comune con le arti figurative.  Matteo sente il desiderio fisico e spirituale del viaggio è un viaggiatore solitario, come lo scrittore inglese Bruce Chatwin che disse: “La vera casa dell’uomo non è una casa, è la strada.  La vita stessa è un viaggio da fare a piedi”.  Nel suo lavoro, spicca la dinamicità dell’inquadratura e della tecnica propria del montaggio cinematografico.  La logica compositiva sottende, include, alla visione drammaturgica del racconto.  Matteo è un giovane uomo, ma al tempo stesso possiede una grande maturità e consapevolezza nell’esercizio del pensiero, grande osservatore, con una profonda ricchezza interiore. Il documentario “Genius loci”, non ha una colonna sonora e neanche nessuna musica elettronica, non ci sono brani adattati allo svolgersi minuziosamente delle scene, delle immagini, tutto questo permette all’osservatore di vivere realmente la visione, di esserne partecipe; ci sono invece oltre ai suoni reali della natura, come l’acqua che s’infrange sulla roccia, o del vento, tamburi lontani, fischietti, flauti, le voci dei “Naga Baba”, antichi guerrieri indù dipinti di colore bianco che ricoprono anche la funzione dei sacerdoti e che camminano in una processione, e fungono, forse, da intermediari tra gli dèi e i mortali, poiché la loro espressione fonetica è più vicina alla lingua originaria, che non alla lingua articolata dell’uomo, perciò soltanto ai sacerdoti è concessa la natura acustica delle cose.  Il regista, il viaggiatore Matteo Faccenda è capace di leggere il territorio, gli esterni del giorno sono a luce diretta, naturale, reale, non ci sono luci artificiali o da flash, ci fa vivere il fascino dell’esotico, la natura nel suo dispiegarsi di forza, nell’inesprimibile bellezza.  C’è, insomma, la ricerca di elementi che costituiscono un nuovo linguaggio, una nuova grammatica della visione, di una nuova sensibilità e spiritualità, è questo che attraversa il regista Matteo Faccenda, il composito universo dell’arte.

Matteo Faccenda è nato a Roma nel 1984.

Il suo primo documentario “Riflesso sullo schermo”, che racconta la storia di Stefano ed il suo percorso FtM (Fermale to Male), ha vinto la 7’ edizione del Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo di Milano, nel 2021.

Nel settembre del 2022 presenta “Genius loci” all’8’ edizione di Visioni dal Mondo dove riceve il Riconoscimento Rai Cinema, dedicato a Franco Scaglia, che comporta l’acquisizione dei diritti di distribuzione in Italia per 8 anni.  E’ in preparazione del suo primo film di finzione, ambientato all’Avana, “El Trono del Rey”.  A novembre presenterà nella cornice del Florence Short Film Festival il suo ultimo cortometraggio “El Soldado”.

Nel 2020 fonda la sua casa di produzione Coralmente Film.


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