L’angolo delle curiosità artistiche

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Il mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioi al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso  che resite al logorio del tempo che unisce le generazioni  e le fa comunicare nell’ammirazione. E questo grazie alle vostre mani.

Paolo VI, Discorso agli artisti, a chiusura del Concilio Vaticano II

Secondo lo storico dell’arte moderna e contemporanea Flavio Caroli la fama del pittore Cimabue si fonda su una terzina del Purgatorio di Dante Alighieri, in cui il poeta lo cita come esempio della vanità degli sforzi umani: «Credette Cimabue ne la pittura/ tener  lo campo, e ora ha Giotto il grido,/sì che la fama di colui è scura».

Piero della Francesca è il pittore chiave dell’Umanesimo italiano, l’unico a fondere nel dipinto della Resurrezione (1463) di San Sepolcro (Museo civico) perfettamente le due dimensioni quella espressionistica e quella classicista.

L’Ultima cena di Leonardo da Vinci, che si trova a Milano nel refettorio presso Santa Maria delle Grazie, è stata realizzata per volontà di Ludovico il Moro. L’opera è stata terminata entro il 1498 come è possibile dedurre dalla lettera dedicatoria a Ludovico il Moro con cui si apre il De divina proportione di Luca Pacioli amico di Leonardo

 Raffaello nella Stanza della Segnatura, oltre al “Vero” della teologia trinitaria, ha raffigurato il “Bello” dell’arte attraverso l’affresco del Parnaso, il monte greco sacro alle Muse, dal cui versante orientale scaturiva la fonte Castalia, ispiratrice della poesia.

Domenico Theotokópulos, detto El Greco (1541-1614), nacque a Creta e si trasferì da giovane a Venezia, dove esordì dipingendo icone in stile bizantino per la comunità greca locale. Quando si traferì a Roma, fra il 1570 e il 1572, la Controriforma cattolica era al culmine e ogni opera d’arte sacra veniva esaminata secondo i decreti del Concilio di Trento, per eliminare qualsiasi immagine vagamente pagana, profana o eretica.

L’artista Christo, uno fra i maggiori rappresentanti della Land art, nell’estate del 2016 ha realizzato sul lago di Como un’installazione nota come The Floating Piers, “i pontili galleggianti”. Era una lunga passerella sulle acque, tutta rivestita di giallo sgargiante. I visitatori furono un milione e mezzo.

Georges Braque (1882-163) è stato uno degli iniziatori del cubismo, quando cominciò a scomporre la figura umana e gli oggetti delle nature morte, lasciando impressionati coloro che contemplarono i suoi dipinti. Per lui l’arte è fatta per turbare, la scienza per rassicurare.

Il 22 giugno 2011 i Musei Vaticani hanno aperto al pubblico una nuova sala, posizionata nel cuore della Collezione di Arte Moderna e Contemporanea: la sala Matisse. In questa sala sono raccolti alcuni tra i più importanti e monumentali bozzetti preparatori per la “Cappella del Rosario di Vence, in Costa Azzurra, cui Henri Matisse (1869-1954) lavorò in modo quasi esclusivo alla fine della sua carriera, dal 1949 al 1951. In questa opera Matisse progettò ogni singolo dettaglio: dall’architettura alle vetrate, dai pannelli figurativi in ceramica ai paramenti liturgici, dall’acquasantiere al tabernacolo, dall’altare alla porta del confessionale.

Il progetto dell’Aula Paolo VI  utilizzata per le udienze del Papa, fu commissionato all’architetto Pier Luigi Nervi nel 1963 da parte del pontefice Paolo VI, all’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II e fu completato e inaugurata il 30 giugno del 1971. È l’edificio più recente tra quelli che albergano nello Stato Città del Vaticano. La sua facciata principale fronteggia il palazzo del Sant’Uffizio e alle spalle della grande volta absidale si trova la Casa Santa Marta, eletta dal papa Francesco sua residenza. L’Aula, che è un ambiente per il dialogo sempre aperto (Urbi et orbi) tra il papa e i fedeli, ha una capienza di 6.300 sedili e una capienza totale di 12mila persone.

 

 


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