Curiosità su Dante (27)
La figura di Dante, profeta di speranza e testimone del desiderio umano di felicità, può ancora donarci parole ed esempi che danno slancio al nostro cammino. (Papa Francesco)
La Divina Commedia, come capolavoro della letteratura italiana, poema medievale che ritrae gli orrori dell’Inferno ed elabora la teologia del Paradiso, può sembrare materia strana per un racconto per bambini. In realtà numerosi volumi sono stati pubblicati per giovani lettori. Una versione famosa, almeno in Italia, è senza dubbio L’Inferno di Topolino di Guido Martina accompagnato dai disegni di Angelo Bioletto, pubblicato a puntate (dal 1949 al 1950 da Mondadori) nel settimanale a fumetti “Topolino”.
Il poeta Clemente Rebora nel suo Curriculum vitae (1955) ricorda di aver avuto una copia della Commedia di Dante (pubblicata da Hoepli nel 1922) che lo ha accompagnato a lungo negli anni del suo sacerdozio e nel periodo della sua infermità. Il poeta ha intensamente letto e sottolineato l’opera di Dante in alcuni canti. Annotava con la tipica matita bicolore degli insegnanti, usando la punta blu per indicare peccato ed errore e il colore rosso per la grazia e la fede. Secondo la testimonianza degli appunti di una studentessa Rebora ha commentato Dante in un ciclo di lezioni tenute tra il 1929 e 1930. Quando divenne anziano e infermo, costretto a rimanere immobile a letto (fino alla morte) scrisse una poesia che iniziava Da eterna Poesia a noi vien Dante che testimonia esplicitamente il suo amore per l’Alighieri. Per Rebora Dante ha rappresentato un modello di poesia, un maestro ideale capace di illuminare ogni stagione della sua vita.
Piero Bargellini, famoso letterato e sindaco della città di Firenze durante l’alluvione del 4 novembre del 1966, ha commentato dai microfoni della radio la Divina Commedia per un anno, dal maggio 1965 al 1966. I testi hanno illustrato in dettaglio non solo gli aspetti letterari ed estetici del poema dantesco, ma anche e soprattutto i contenuti, il suo significato morale e spirituale. Secondo il cardinale Gualtiero Bassetti la figura di Bargellini rappresenta ed esprime «gli ideali danteschi di nobiltà d’animo, rispetto, ripudio della violenza, dirittura morale, dedizione, solidarietà, aspirazione a “seguir virtute e canoscenza”, ad andare oltre la brutalità, oltre la finitezza della condizione umana: i valori personali e sociali, le fondamenta che hanno tanto a che fare co le radici cristiane su cui si sono costruite l’Italia e l’Europa come oggi le conosciamo».
Nel canto XI (vv.43-117) del Paradiso Dante sintetizza in maniera memorabile la vita (in terzine) di san Francesco d’Assisi per mezzo di san Tommaso. Dante volle concentrare la sintesi tutta intorno al primato nella vita di Francesco della Povertà fino al loro congiungimento in mistica unione. Il Francesco del sommo poeta è povero e anche docilmente dimesso; scende all’Inferno per strappare ai diavoli l’anima di Guido da Montefeltro, ma deve alla fine rassegnarsi a lasciarlo ai tormenti eterni.
La poesia di Dante ha esercitato nel tempo un significativo influsso sulla letteratura francese tra i poeti del Novecento e in particolare su Paul Claudel. Il sommo poeta fiorentino è stato per lui, come per molti altri, una fonte inesauribile per la sua poesia. Tra i due vi è stata una ideale corrispondenza interiore. Claudel ha colto nel travaglio di Dante il suo desiderio di eterno, la ricerca di una vita superiore, pura, infinita pur nell’angoscia di dover combattere ostacoli e nemici sempre risorgenti e di subire il triste e duro esilio, di dover mangiare amaramente il pane altrui. Nella poesia di Claudel si coglie, tra palpiti e fremiti di sentimenti e passioni la tensione ascensionale che anima la Divina Commedia. Dante è stato per Claudel un insostituibile alimento di poesia e di vita.
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