LATINA- La grande metafora di Mario Martone (Capri-Revolution) potrebbe essere quella del ritorno alla natura, un guardare al mito del buon selvaggio, al “Paradiso perduto” di Milton, a una natura altra da quella del Leopardi cioè benigna etc. Un ripensamento del proverbiale detto verdiano: “torniamo all’antico e sarà un progresso” in un “torniamo alla natura e sarà una rivoluzione”. Un film di pensiero, esteticamente affascinante, denso di concetti, metafore, citazioni colte. Un’antologia sessantottesca e post sessantotto: il Living theater di Beck e J.Malina, l’ “Apocalipsis cum figuris” di Grotowskij di cui il santone o guru protagonista del film sembra il prototipo (anche di J.Beck); la danza rivoluzionaria o alternativa di Pina Baush con dei bellisssimi e suggestivi “quadri e nudi(integrali) viventi”, a tratti eloquente coro da tragedia greca. Un film in cui antropologia, filosofia,ideologia, spiritualismo (orientale), idealismo e razionalismo (marxiano) si coniugano con riti arcaici,orfici, naturismo nell’immensità del mare e del cielo di Capri. Ovviamente, troviamo la liberazione sessuale e, nel caso della protagonista(Lucia), l’iniziazione al sesso, il riscatto della donna da oppressioni ancestrali. Un’amica o una compagna “geniale”: della Lila del libro e film della Ferrante e Costanzo, a sua volta ribelle, trasgressiva nonché pure lei geniale ( Martone sembra abitare nello stesso “condominio” dell’una e dell’altro!). Il film è una summa degli anni ruggenti e folgoranti rievocati in una “isola d’Arturo”, in un limbo fuori del quale, oggi, sembra non esservi Eliso: Martone è idealmente in linea con Elsa Morante(L’isola di Arturo). Il giovane medico-intellettuale del paese, progressista e politicamente ferrato, è il controvalore del limbo, uno che come Martone, fermo restando intatto l’aspetto antropologico, l’arretramento socio-culturale – per l’Italia, la impossibile situazione in cui versa- , incita a restare ancorati alla realtà, nella storia del presente. Al riscatto, alla “alfabetizzazione” nel senso letterale e oltre, a valorizzare la Bellezza, le Arti. A non confondere l’utopia con la realtà della vita, il sotto testo del contesto del discorso di Martone: l’utopia è all’origine di ogni rivoluzione ma deve tradursi in azione, in autocritica e presa d’atto delle contraddizioni.; della caduta delle illusioni (la prima guerra mondiale). Valenza decisamente apprezzabile,invece, la sintonia e mescolanza del magico,del tragico e del reale che Martone crea mediante una gamma variegata di “figure”, colori e musiche molto belli; una fusione o miscela accattivante del mito e della storia con una sequenza incisiva che allude ai migranti. Mi pare che nel cinema italiano si stia affermando l’universalizzazione della napoletanità, della lingua originale (il dialetto) con didascalie, nel film amalgamata all’inglese e altre lingue. Nella sua eccezionale traduzione de “La tempesta” di Shakespeare in napoletano Eduardo ha scritto: …”quanto è bello questo napoletano antico, così latino, con le sue parole piane,con la sua musicalità,la sua dolcezza, l’eccezionale duttilità”. Pienamente d’accordo. (gmaul)


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Per oltre 30 anni la voce di Radio Rai e Rai Tre in provincia di Latina, ho seguito i maggiori eventi che hanno interessato il nostro territorio. Oggi una nuova esperienza con News-24.it di cui ho assunto la direzione, aiutando con la mia esperienza e la mia passione un gruppo di giovani talenti della comunicazione on line a crescere e ad affermarsi.