Alcune biografie possono essere una storia universale. (Bernard Groethuysen)
Chiunque oggi segue i fatti più salienti di cronaca quotidiana dei giornali, della radio o della televisione si accorge che gli avvenimenti della storia semplice di Maria Goretti, patrona della città di Latina e del territorio pontino, verificatisi più di cento anni fa, sono tremendamente molto attuali.
Giovani e adulti, spesso sono protagonisti di atti di violenza ripugnante e ingiustificabile nei riguardi di adolescenti e di donne mature costrette a subire ingiurie, maltrattamenti, soprusi che arrecano danni fisici e psicologici, materiali e morali irreparabili.
La tragica vicenda, verificatasi nel lontano 5 luglio del 1902 in terra pontina, che portò alla morte violenta di una giovane adolescente da parte di un ventenne, ha ancora tanto da dirci, ed è una storia, per certi aspetti eccezionale, che vale la pena conoscere.
La storia di Maria può essere considerata e vista anche come una poetica e luminosa “favola” moderna intrisa d’amore, di tenerezza e di passione per la vita, purtroppo stroncata prematuramente dalla violenza che costringe ad interrogarci sul senso della vita, sul dolore e sul male del mondo, sulla violenza e sul perdono.
Al di là delle varie interpretazioni degli agiografi, al di là delle esagerate e retoriche esaltazioni, come “il giglio delle paludi” e “ la novella Agnese del XX secolo” e nel rispetto degli atteggiamenti devozionali, la figura e il personaggio di Maria Goretti e la sua vicenda possono avere e assumere enorme importanza in un’epoca, come la nostra, in cui la violenza sulle donne è sempre più deprecata e meno tollerata dalle donne stesse e dagli uomini della nostra contrada storica.
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